Forse non a tutti interessa, ma le stazioni sciistiche potrebbero non avere la forza di riaprire. Non si parla solo di sci, ma di un intero sistema, quello della neve, che in Granda dà lavoro a centinaia di persone.
Mancano due mesi almeno all'avvio della stagione sciistica, siamo a pochi giorni dal voto ed è prematuro fare qualsiasi ragionamento o previsione, appesi come siamo alla formazione del futuro governo e alle dinamiche geopolitiche internazionali.
Ma il mondo dello sci trema. Perché senza aiuti non può reggere in alcun modo. Il grido di allarme è fortissimo.
Roberto Gosso, presidente di Cuneo Neve, non nasconde la sua preoccupazione. "Nelle prossime settimane ci riuniremo per decidere una strategia comune. Su aumenti dei biglietti, riduzione di orari, apertura solo nei weekend. Sono valutazioni e ragionamenti che dovremo fare tutti insieme. La situazione è grave. Le bollette sono cresciute di sei volte. Dobbiamo capire come andare avanti, non per guadagnare, ma per sopravvivere. Non si tratta solo delle aziende e società che gestiscono gli impianti, ma della sopravvivenza stessa della montagna e delle tante attività che vivono attorno al mondo dello sci".
Un appello alla Regione e al prossimo governo, perché si metta un tetto ai costi energetici e si riconosca che gli impianti sono attività energivore. Innevamento, battitura delle piste, gasolio per i mezzi, impianti di risalita: i costi sono altissimi e, con gli aumenti, ormai insostenibili.
Antonella Zanotti, amministratore delegato della Lift, società che gestisce gli impianti della Riserva Bianca a Limone Piemonte, è seriamente preoccupata. Contesta le voci che stanno circolando, che ipotizzano un'apertura delle piste solo nei weekend.
"Non abbiamo deciso niente. Come possiamo prendere decisioni simili quando non sappiamo nemmeno chi avremo al governo? Noi chiederemo a gran voce, a chiunque vincerà le elezioni, di aiutarci e di metterci nelle condizioni di lavorare. Diversamente non potremo farcela. Ma non solo noi, tutti. I costi energetici sono insostenibili per tutte le aziende, se la politica non interverrà sarà impossibile sopravvivere. La Lift vuole aprire tutti gli impianti, questo è l'obiettivo. A beneficio di tutta la valle. Ma devono aiutarci, sennò non ce la faremo", dice senza mezze misure.
Conclude la Zanotti: "Abbiamo avuto prima l'alluvione, poi la pandemia, ancora la siccità e la mancanza di neve. Ora dobbiamo combattere con questi costi insostenibili. Chi potrebbe reggere senza aiuti? Impianti chiusi significa chiusura anche per attività, baite, negozi e ristoranti. Senza contare le tante persone che resteranno senza lavoro".