Economia - 14 settembre 2022, 07:00

Caro energia, Solavagione (Cisl): "Rischio bomba sociale. Paghiamo la politica dei no"

Secondo il segretario provinciale del sindacato di via Cascina Colombaro: "Non ci devono essere tabù a parlare di nucleare." E prosegue: "I lavoratori sanno di aver fatto tanto negli anni dei lockdown, ma ora si sentono impotenti"

Il tema energia continua a tenere banco anche nella nostra provincia. L’autunno desta preoccupazione anche tra le segreterie provinciali delle tre sigle confederali, nonostante, non c’è sentore di possibili chiusure di grosse realtà che costituiscono il tessuto produttivo della Granda.

“Una terra che ha resistito meglio di altre alle crisi del 2008, del 2013 e del Covid – spiega Enrico Solavagione, segretario generale della Cisl di Cuneo – e che lo sta facendo anche in questo scenario difficile. Un territorio che ha dato segnali di coesione forte, ma che temo possa pagare il rincaro dei costi energetici. Difficile operare quando i prezzi sono decuplicati.”

“Purtroppo – prosegue Solavagione – da almeno sei mesi si poteva ipotizzare questo scenario e poco si è fatto. La politica si deve rendere conto che a prevalere devono essere le strategie nazionali, rispetto alle tattiche elettorali che i cittadini non comprendono. È necessario agire immediatamente.”


Enrico Solavagione (Cisl Cuneo): "Necessario fare quadrato"


Una situazione complicata che tiene banco tra gli argomenti della breve campagna elettorale a cui stiamo assistendo e che porterà al rinnovo del Parlamento il prossimo 25 settembre. Un tema che sarà al centro di un incontro tra le segreterie provinciali e Confindustria Cuneo nei prossimi giorni.

“Quando le situazioni sono complicate da forze di causa maggiore – è il pensiero di Solavagione – è necessario fare quadrato. Questo lo abbiamo già fatto ribadendo il concetto ai candidati che correvano alla corsa per le comunali. E ora è necessario farlo con chi sarà eletto a Roma dalla nostra provincia. Bisogna andare oltre i vincoli di schieramento e smettere di rimpallarsi le colpe. Ad esempio qui soffriamo un grande problema infrastrutturale: prendiamo l’esempio del Tenda. La Francia è andata oltre le logiche di schieramento e si è risolto un problema in breve tempo. Qui invece c’è il vizio di doversi appuntare a tutti i costi una medaglia che porta al gioco di rimpallarsi le colpe.”

Solavagione (Cisl): "Impossibile fare prospettive di lungo periodo"

E mentre in Europa si discute di price cap, si temono i risvolti anche sociali della situazione attuale, su milioni di lavoratori a livello italiano operanti in realtà che già hanno fermato la produzione per gli alti costi.

“Rischia di diventare una bomba sociale
– commenta Solavagione – Tutti i cittadini hanno bisogno di interventi urgenti. Penso alle realtà economiche del commercio. Come può sopravvivere un bar con questi costi spropositati? Ormai è impossibile fare prospettive di lungo periodo, si guarda mese per mese. E c’è la consapevolezza dei lavoratori che molto si sono impegnati durante i vari lockdown che ora si trovano impotenti davanti a questa situazione. Sul ‘price cap’ siamo d’accordo: ma vediamo un Europa disunita, ma che nei momenti importanti deve invece dare delle risposte che non si possano equivocare.”

Sul 110 per la Cisl bisognerebbe: “Sbloccare i crediti esegibili dopo che il meccanismo si è incagliato. L’edilizia aveva iniziato a recuperare dopo una crisi che perdura da più di un decennio.”

Solavagione (Cisl): "No tabù a nucleare di nuova generazione"

Mentre è tornato argomento di stretta attualità di questa campagna elettorale il nucleare su cui la posizione del sindacato è di apertura.

“Non ci devono essere tabù a parlare di nucleare di nuova generazione
– conclude Solavagione – Così come l’attivazione di piattaforme per l’estrazione dei gas dai nostri mari, pieni di risorse energetiche. L’assurdità è che abbiamo schiere di centrali nucleari in Francia a due passi da noi, così come abbiamo la Croazia che estrae il gas a differenza nostra. Continuiamo a pagare questo atteggiamento fatto dai professionisti del no. Ricordiamoci che il governo Draghi è caduto sull’inceneritore di Roma…”