Attualità - 31 luglio 2022, 13:45

Bra: i cento anni dell’alpino Mario Boarino, uno degli ultimi reduci di Russia [FOTO]

Originario di Diano d’Alba, fino agli Anni Cinquanta visse a Castiglione Falletto, prima di trasferirsi in frazione San Matteo. Sabato 30 luglio l’abbraccio delle Penne Nere e delle autorità, insieme a parenti e amici

Alpini di ieri e di oggi, passato, presente e futuro a brindare insieme per i 100 anni dell’alpino Mario Boarino, uno degli ultimi reduci di Russia. È successo a Sanfrè nella giornata di sabato 30 luglio per una festa che ha messo al centro un uomo, che è un pezzo di storia collettiva. Un secolo di vita eppure ben ritto e ben saldo in piedi davanti ai colori della bandiera riflessi sulla torta. 

Nato nel 1922 a Diano d’Alba, Mario Boarino ha frequentato le scuole fino alla terza elementare. Poi ha proseguito lavorando come agricoltore, prima a Castiglione Falletto, dove ha vissuto fino agli anni ‘50 e poi a Bra, dove si trasferì con tutta la famiglia e ha poi sempre vissuto, precisamente in frazione San Matteo, Cascina dei Frati. 

Aveva due fratelli, di cui uno con un’esperienza di prigionia in America, e tre sorelle, tutti morti. La cartolina di precetto gli arrivò come ultima leva nel 1942, quando abitava ancora a Castiglione Falletto: venne assegnato al Battaglione degli Alpini. E partì per la guerra. 

Fu uno dei fortunati a tornare dalla terribile Campagna di Russia, nel ‘43. Avendo vissuto l’assurdità della guerra in prima persona, è Mario stesso che alle nuove generazioni non manca mai di condannare qualsiasi forma di conflitto. 

Racconti che colpiscono per l’umanità con cui vengono svelati e testimoniati dalla nipote Giuseppina Boarino“Arrivò a casa dopo tre mesi di pellegrinaggio a piedi e in treno. Sua madre non lo riconobbe al ritorno, perché smagrito, pieno di zecche e pulci. Durante il difficile ritorno dalla Russia fu nascosto da una suora sotto il suo vestito”.

Aggiungendo: “Uomo mite e pacifico, di poche parole, zio Mario non si è mai sposato. Si sono sempre presi cura di lui mia madre e mio padre, classe 1925, che era suo fratello più giovane. Alla loro morte l’ho fatto io, come dovere morale. Da 12 anni vive nella residenza Serena di Sanfrè, dove ha trovato un luogo che l’ha accolto come una vera famiglia. Qui ha iniziato a leggere, colorare ed è migliorato mentalmente e fisicamente”.

Presso la residenza Serena, erano presenti, tra gli altri, anche il sindaco di Bra, Gianni Fogliato, il sindaco di Sanfrè, Giovanni Pautasso, lo storico Fabio Bailo, delegazioni della sezione Penne Nere di Cuneo e del gruppo ANA di Bra con il presidente Tino Genta, a organizzare una festa densa di orgoglio e di emozione. 

Insieme ai parenti, le autorità e gli amici si sono stretti attorno al neocentenario, con un’energia e uno sguardo attento e vigile, umile e con un bel messaggio per tutti: “Viva l’Italia!”.