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Attualità | 25 luglio 2022, 16:47

A Dogliani xilografie, acqueforti ed etichette omaggiano Gianni Gallo, l'incisore della natura di Langa

La mostra sarà visitabile fino alla fine di settembre nelle giornate di sabato e domenica (ore 10-12 e 16-19) e su appuntamento per gruppi o scolaresche

A Dogliani xilografie, acqueforti ed etichette omaggiano Gianni Gallo, l'incisore della natura di Langa

La natura della Langa, quella autentica, che oggi è anche difficile rintracciare: uccelli, alberi, fiori, questi i temi al centro della mostra dedicata a Gianni Gallo (1935-2011), organizzata a Dogliani. 

Un'esposizione che racconta il sapore di un mondo antico, scandito dai ritmi della natura e delle stagioni.

Nato a Dogliani nel 1935, frequenta il liceo Classico a Torino. Dopo un paio di anni al Politecnico, torna nella cascina di famiglia, a Dogliani, dove nasce il Gianni Gallo artista. 

La mostra, allestita negli spazi del museo archeologico "Gabetti" con gli “Amici del Museo odv”, è stata inaugurata lo scorso 4 giugno, e ha riscontrato un successo di pubblico, non solo in Granda, ma anche al di fuori dei confini regionali. 

Xilografie, acqueforti, ma anche etichette, quelle che ancora oggi viaggiano in tutto il mondo sulle bottiglie dei grandi vini di Langa. 

 

 

[Canne di Langa, xilografia, Cantina Vietti, Castiglion Falletto, 1988]

"Nella mostra doglianese sono stati esposti per la prima volta decine di legni finemente incisi con precisione certosina, riportandovi accanto le prove di stampa in bianco e nero e a colori." - spiega Silvia Sala, sua compagna di vita e autrice, con Lorenzo Mamino del volume 'Dall'altra parte della Natura'- "Tutto ciò per far meglio comprendere, soprattutto alle giovani generazioni, una tecnica pittorica un tempo diffusissima, e che oggi viene praticata solo da pochissimi artisti. Una parte è stata però anche dedicata alle sue inimitabili etichette, create per Marolo, Vietti, Abbona, Agrimontana e non solo".

Un personaggio unico, anarchico nel modo di vivere e rapportarsi alla società, si è sempre mantenuto libero nei pensieri e nelle opere. Gli amici lo ricordano nella sua cucina-laboratorio, dove lavorava. 

"A lui piaceva conversare" - racconta l'architetto Lorenzo Mamino - "non è mai stato particolarmente interessato all'organizzazione di mostre sulle sue opere. Lavorava spesso mentre cucinava e la porta di casa sua era sempre aperta a tutti: dai critici d'arte ai contadini. Le opere, le etichette, le realizzava in cambio di bottiglie di vino, marmellata, etc. era un 'baratto'. Non ha mai avuto un telefono, se lo si voleva contattare si chiamava il bar e lui poi richiamava. Amava vivere nella sua Langa, quella dove si potevano vedere il picchio verde e l'upupa". 

"I suoi disegni sono precisissimi - prosegue Mamino - ogni piuma degli uccelli, ogni foglia di albero, è diversa dall'altra. Le figure che propone sono ricercate, ma soprattutto realistiche, curate al dettaglio. Un lavoro di estrema precisione, realizzato, con il solo utilizzo di una penna rapidograph e inchiostro di china". 

Per dar modo anche agli scolari delle elementari e delle medie di poterne cogliere l’aspetto didattico ed artistico, la mostra sarà visitabile fino alla fine di settembre nelle giornate di sabato e domenica (ore 10-12 e 16-19) e su appuntamento per gruppi o scolaresche. (tel. 0173-70990 / 0173-70210 / 3497342271).

Arianna Pronestì

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