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Attualità | 26 febbraio 2022, 11:30

Progetto di riqualificazione per il Cottolengo di Mondovì, la proprietà: "Sarà a servizio delle fragilità del territorio"

La struttura era stata chiusa definitivamente nel giugno del 2010

Progetto di riqualificazione per il Cottolengo di Mondovì, la proprietà: "Sarà a servizio delle fragilità del territorio"

Sono passati ormai 12 anni dalla chiusura del Cottolengo di Mondovì.

Le porte della casa di riposo di Carassone erano state sbarrate definitivamente il 30 giugno del 2010, con grande rammarico dei cittadini e del territorio intero. La città perse un servizio e acquisì un nuovo "contenitore vuoto". 

Così, nel tempo, inevitabilmente, la struttura è stata oggetto di abbandono. Tra le motivazioni che avevano portato alla chiusura elevati costi di gestione ed impossibilità a intervenire sullo stabile.

Ora, però, sembra esserci una nuova possibilità per l'immobile, proprietà della Piccola Casa della Divina Provvidenza, è attualmente oggetto di un approfondito studio di fattibilità per una possibile riqualificazione.

"La "Piccola Casa", in linea con la sua mission, sta valutando di realizzare un progetto di rigenerazione urbana che possa avere un impatto sociale sul territorio, sempre nell’ottica di mettere al centro le persone più fragili e bisognose." - spiegano in una nota stampa.

Per questo motivo il Cottolengo ha deciso di operare attraverso un percorso di progettazione partecipata in sinergia con l’amministrazione comunale di Mondovì, la società civile e potenziali investitori privati.

In particolare per realizzare il progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana si stanno valutando le diverse opportunità di finanziamento che possono giungere dal Governo italiano attraverso le risorse europee del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

"La Piccola Casa", - evidenzia il Padre generale don Carmine Arice, - "continua a mettere a disposizione le proprie opere, secondo i bisogni e le modalità diverse, per accogliere le persone più fragili ribadendo l’impegno a porre al centro la persona attraverso la promozione della vita nella migliore qualità possibile".

Arianna Pronestì

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