Eventi - 24 settembre 2021, 19:15

Doppio evento d'arte a Guarene per la Fondazione Sandretto Re Rebaudendo

Il "parco d'arte" realizzato sulla collina di San Licerio si arricchisce di una nuova scultura dell'artista francese Marguerite Humeau. A Palazzo Re Rebaudengo s'inaugura la mostra "Badly Buried", a chiudere la 15ª edizione dello “Young Curators Residency Programme”

Il Parco d'Arte realizzato sulla collina di San Licerio a Guarene

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 2 ottobre al 28 novembre, a Palazzo Re Rebaudengo a Guarene, la mostra che conclude la 15ª edizione dello “Young Curators Residency Programme”, esempio unico in Italia e progetto internazionalmente rinomato.

Consiste in una residenza di ricerca in Italia che ha il duplice obiettivo di sviluppare le capacità professionali e critiche delle curatrici selezionate e quello di promuovere la scena dell’arte contemporanea italiana in ambito internazionale.

La residenza, sostenuta dalla Compagnia San Paolo, offre alle tre candidate scelte, la possibilità di entrare in contatto e collaborare con un grande numero di artiste e artisti italiani, visitare molteplici studi d’artista, musei e istituzioni artistiche sul territorio nazionale sotto la guida di una curatrice italiana di riferimento.

L’esperienza culmina in una mostra curata con il supporto del team della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Le curatrici selezionate da Andrea Lissoni e Renaud Proch, per questa edizione sono: Jade Barget (Francia/Regno Unito), Naz Cuguoğlu (Stati Uniti/Turchia), Alice Sarmiento (Filippine). La coordinatrice e tutor è Lucrezia Calabrò Visconti.

La mostra conclusiva della 15ª edizione, intitolata "Badly Buried", rappresenta una sorta di discesa, un’immersione per amalgamarsi con ciò che sta al di sotto. Scendere nel sottosuolo e nei suoi mondi interiori è un atto di ricerca, di lotta contro l’ignoto, contro l’abietto e l’interiore; di apertura di passaggi e di condivisione del mostruoso.

Riproducono perfettamente questo tema le sculture e le installazioni di Jacopo Belloni, le quali introducono pratiche esoteriche e rituali comuni alle forme della spiritualità contemporanea; le opere di Ilaria Vinci che sono delle vere e proprie narrazioni fantastiche che immaginano realtà alternative; o ancora “Tomb Writer” di Alessandro di Pietro, che trasforma il palazzo in una tomba, dove corpi morti ritornano sulla terra, in un modo ciclico di pensare al tempo.

Nella stanza che ospita l'opera di Irene Coppola, che testimonia silenziosamente la violenza della guerra e dell’intervento coloniale, si ha come la sensazione di risalire nuovamente in superficie. Salendo ulteriormente lo spettatore si trova di fronte a "Maledetta" di GianMarco Porru. In questa video installazione assistiamo a una sessione di ipnosi in cui una voce fuori campo rivela il modo in cui Medea – maga e maestra nell'arte delle pozioni e dei veleni – si sia trasformata in una figura mostruosa a causa di forze del tutto estranee.

Viaggiare nei mondi sotterranei significa anche guardarsi dentro, nelle nostre profondità. Per "Badly Buried", Eleonora Luccarini si è immersa nell'abisso del suo io multidimensionale per lottare con il suo alter ego Leonard Santé, mentre Massimo Vaschetto esplora la cultura BDSM, in cui chi pratica il sadomasochismo si abbandona agli inferi per poi tornare fisicamente, emotivamente o spiritualmente trasformato.

Sprofondando ancora di più nel sottosuolo del Palazzo, la pratica basata sull’archeologia dei media di Giovanni Giaretta approfondisce gli immaginari del cinema cavern di Robert Smithson e la mineralità di cui sono fatti i nostri dispositivi digitali.

E infine, Agnese Spolverini non solo racconta la storia del lavoro sommerso e delle sue condizioni oppressive, ma anche l'immensa amicizia e solidarietà necessarie per sostenere la vita in questo ambiente ostile.
Niente resta sotto terra a lungo quando è sepolto male. Il terreno si erode facendo riemergere segreti, conoscenze soppresse e la socialità di un mondo sotterraneo.

Inoltre, sabato 2 ottobre alle ore 18 la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, presenta anche "Rise", una nuova scultura di Marguerite Humeau, commissionata e concepita per il Parco d'Arte Sandretto Re Rebaudengo sulla collina di San Licerio a Guarene.

L’opera è entrata a far parte della collezione permanente del Parco: un vero e proprio punto d’incontro, di equilibrio e di dialogo tra la natura e le opere di artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo, installate accanto a vigneti, salici, cipressi e querce. Aperto al pubblico, è stato progettato dagli architetti paesaggisti Lorenzo Rebediani e Vera Scaccabarozzi ed è ispirato al mosaico di tessere dei campi, dei noccioleti e dei vigneti che lo circondano.

L’opera è composta da diversi elementi che “esplodono” dal centro. Ogni modulo si ispira agli organi di riproduzione della vite e, in particolare, rievoca l’originaria impollinazione incrociata tra un maschio e una femmina di vite: il momento in cui il loro incontro produce il primo fiore ermafrodita, caratteristica diffusa nelle piante di vite coltivata, che possiedono sia fiori femmine che fiori maschi.

La scultura trasforma questo incontro in una struttura di estremo dinamismo, che allude a un atto d’intenso amore o violenza.

L’opera, realizzata in alluminio, sembra ricoperta dalla nebbia caratteristica della zona e prende ispirazione anche dai colori del vino nelle diverse fasi della sua produzione.

Comunicato stampa