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Politica | 22 settembre 2021, 14:44

Cirio corregge il tiro, e ritira l’emendamento Bongioanni sugli usi civici

Finisce in stand-by, al momento, la questione che ha creato subbuglio tra gli Amministratori comunali di quei paesi che hanno a che fare con terreni gravati da uso civico. Il presidente della Regione annuncia una futura proposta di legge in tema, che verrà però portata avanti dalla sua Giunta

Cirio e Bongioanni

Cirio e Bongioanni

Si chiude con un nulla di fatto, al momento, la partita sugli usi civici, e sull’emendamento alla legge regionale proposto dal consigliere FdI Paolo Bongioanni.

Come anticipato dal nostro giornale poco fa, il Consiglio regionale avrebbe dovuto discutere – proprio oggi – l’emendamento alla legge 29 del dicembre 2009, recante “Attribuzioni di funzioni amministrative e disciplina in materia di usi civici”.

Un atto, proposto dal consigliere regionale FdI Bongioanni, volto a rivoluzionare i parametri che servono a quantificare il valore di un qualsiasi terreno soggetto a uso civico. Tradotto: per determinare il dato, si sarebbe dovuto tenere conto del reddito dominicale catastale dei terreni (molto spesso bassissimo in montagna), del legno tagliato e della superficie sottratta al pascolo.

Un addio, dunque, alle vecchie modalità di calcolo, che avrebbe portato a notevoli diminuzioni dei canoni annui per le comunità locali. Soprattutto per quei terreni gravati da uso civico sui quali sorgono centrali idroelettriche: in questo ultimo caso, infatti, la norma prevede che si tenga conto anche degli utili derivanti dalla produzione, mentre l’emendamento li avrebbe fatti diventare non più determinati ai fini dei conteggi.

La proposta di modifica, che da qualche giorno circola su chat e gruppi WhatsApp di Amministratori comunali, ha generato una sorta di subbuglio tra sindaci, assessori e consiglieri. I bilanci comunali avrebbero potuto vedere dimezzati (o forse addirittura di più) le entrate derivante da queste tipologie di canoni.

Tra gli Amministratori c’è chi aveva adombrato di impugnare l’eventuale modifica della legge. E chi paventava ricorsi.

Il tutto mentre l’onorevole PD Chiara Gribaudo aveva parlato di un “tentativo grave di favorire grandi imprese private impoverendo i Comuni montani”. La stessa parlamentare borgarina aveva chiesto “alla maggioranza di centrodestra in Regione” di fare “marcia indietro”.

E sul tema, pare che dopo una certa pressione anche dei Comuni dell’Alta Langa, è intervenuto lo stesso presidente della Regione.

Alberto Cirio ha inviato agli organi di stampa una nota nel quale ha ammesso come gli usi civici abbiamo “grande impatto su molte attività in particolare in ambito turistico e sportivo”. E per regolamentarli, ha annunciato che “la Giunta regionale presenterà nelle prossime settimane una proposta di legge”.

L’intervento di Cirio, che ha ritirato il tanto discusso emendamento, da quanto si apprende, avviene di concerto con il presidente della VI Commissione, lo stesso Bongioanni.

Se ne riparlerà quando la Giunta avanzerà dunque una proposta di legge ad hoc.

Intanto, sulla questione, era intervenuto anche Roberto Colombero, presidente di Uncem Piemonte: “Il Consiglio regionale del Piemonte avrebbe dovuto discutere nelle prossime ore un emendamento che avrebbe modificato le condizioni (peggiorative per i comuni) sulle conciliazioni stragiudiziali tra società che sfruttano le risorse che derivano da terreni gravati da uso civico senza averne diritto e gli enti locali in cui gravano tali usi civici. “Avrebbe dovuto” perché pare che l’emendamento verrà ritirato dalla maggioranza vista l’agitazione di tanti sindaci di comuni montani che hanno in corso tali conciliazioni.

Il tema è particolarmente importante per gli Enti locali: ovvero il modo in cui le imprese che usano risorse naturali dei territori stanno in relazione con i Comuni. Cioè quali sono le forme di riconoscimento alla pubblica collettività dei benefici che le imprese stesse hanno nello sfruttamento a fini economici di risorse naturali, in particolare acqua. Sia per usi potabili che idroelettrici, in primis. Tanto più per le occupazioni e l'uso di risorse senza che il diritto sia riconosciuto.

Già oggi le conciliazioni con i Comuni rispetto a questi utilizzi sono complesse e spigolose, troppo spesso a svantaggio degli Enti locali che devono investire moltissime risorse economiche in avvocati e spese legali per vedere tutelati gli interessi delle comunità.

Occorre garantire, con norme specifici sugli 'usi civici', proprietà collettive, beni comuni, adeguati benefici diffusi alle comunità, attraverso gli Enti locali. Ed evitare che si concentrino benefici e opportunità nelle mani di poche imprese.

Migliorare i 'ristorni' ai territori, alle comunità, stante la presenza di usi civici nei contesti alpini ove le risorse naturali vengono prelevati, ci auguriamo sia obiettivo centrale del legislatore regionale”.

A margine della vicenda, si annotano due elementi: la presenza in Regione di Gianluca Vignale, ex assessore alla Montagna, oggi capo di gabinetto del presidente Cirio. E il pressing svolto da forze politiche all’interno della stessa maggioranza, che avrebbero “spinto” per il ritiro dell’emendamento targato FdI.

Nicolò Bertola

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