"Tayo" colui che porta la felicità.
Si intitola così il primo cortometraggio del monregalese Matteo Rolfi, che da anni vive a Cham, Canton Zugo, in Svizzera, dove ha il suo studio di fotografia pubblicitaria: un viaggio profondo nelle pieghe più difficili della vita, da scalare e superare, simbolicamente, come le vette delle montagne.
Protagonista del film Manuel Schuerch che, nella vita reale, ha dovuto affrontare una grave malattia immunitaria che gli ha causato la perdita dei reni. Manuel vive a Lugano, ma è originario del Canton Lucerna e di comune accordo con il regista e lo sceneggiatore, ha voluto raccontare la sua storia e la nuova vita con Tayo, il suo amico a quattro zampe, per sottolineare l’importanza e la forza del rapporto profondo che si può creare tra uomo e animale e l’aiuto che questo legame offre.
"Questo film è stato un'opera prima" - racconta il regista - "E mi tocca personalmente nel profondo, perché è la storia del mio ex-coinquilino (e amico) Manuel. L'idea nasce un paio di mesi fa: Manuel va regolarmente in montagna con Tayo e dorme sulla cima dei monti con la sua tenda. Un giorno su Instagram mi ha mandato una foto e chiesto se volessi unirmi a lui, dato che sono anche un fotografo outdoor. Sono rimasto così colpito dalla bellezza dei panorami, che non appena ho avuto una settimana di vacanza (a fine marzo) gli ho scritto per organizzare un'uscita insieme. Così è iniziato questo nuovo progetto, diverso dai precedenti e certamente unico: da poco avevo cominciato con video pubblicitari, ma da sempre mi sarebbe piaciuto produrre un film. Quando ne ho parlato con lui, abbiamo subito entrambi pensato che la sua storia e l'amicizia con Tayo avrebbero potuto trasmettere le stesse emozioni ed energia incredibili".
Il cortometraggio, della durata di circa 14 minuti, è stato realizzato in parte a Lugano, nelle zone vicino a Locarno e sul monte Gambarogno, ed è disponibile in tre lingue: inglese, tedesco e italiano.
"Vorrei che questo film insegnasse qualcosa" - prosegue Rolfi - "Viviamo in un mondo dove i cani vengono abbandonati sempre più spesso e dove l'importanza natura è purtroppo passata in secondo (terzo) piano. La bellezza e l’immensità della montagna, nella quale pare di percepire realmente la grandezza di un creatore divino unite a questa simbiosi tra uomo e animale sono un chiaro ed esplicito richiamo ai valori che sempre più stiamo perdendo, di una natura alla quale possiamo riavvicinarci prima che sia troppo tardi".
Ed è proprio un viaggio di rinascita attraverso le sfide e le bellezze della natura che ci viene raccontato, non solo grazie ai paesaggi mozzafiato, ma anche attraverso la musica.
"La scelta della colonna sonora non è casuale: volevo aggiungere al film un tocco di femminile (che mancava), rappresentato dal "richiamo di madre natura", ma interpretato anche come il canto di una madre, in questo caso quella di Manuel, che, insieme a Tayo, ha contribuito a donargli la sua seconda vita".