“Ora sarà dovere delle istituzioni locali fare in modo che non cada l’oblio su un artista di livello che avuto la sfortuna di nascere in un territorio dove l’arte moderna e contemporanea è sempre stata sottostimata e snobbata...” E' l'appello del gallerista Franco Carena in memoria dell'amico Corrado Ambrogio, scomparso a metà dicembre all'età di 63 anni.
Un artista del suo calibro meriterebbe infatti di essere celebrato attraverso le sue opere. “Non marmi di Carrara o bronzi di fonderie d’arte – scrisse Ambrogio in una nota di commento al suo lavoro del 2003 -, ma ferri da rigattiere, dimenticati ceppi di segheria. Per far riaffiorare una vita che già è”.
Nato nel 1957 a Mondovì, Corrado Ambrogio aveva il suo studio-laboratorio a Carassone. Laureato in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Torino, era anche docente di tecnologia e disegno presso l’Istituto di istruzione superiore statale Cigna Baruffi Garelli di Mondovì.
Esordì come pittore nel 1974, ma la necessità di sperimentare nuovi materiali e tecniche lo porta ad alternare la pittura alla scultura. Tante le mostre che lo hanno visto protagonista, anche fuori dai confini regionali.
La Regione Piemonte nel 1988 gli dedica una personale nel Palazzo della Giunta, nell’ambito della rassegna Proposte. Numerose le esposizioni personali e collettive tra cui Scultura Natura, Oriente Occidente del 2008 al Castello di Agliè per la Biennale Internazionale di Scultura, e nel 2011 al Padiglione Italia della 54ª Biennale di Venezia. Con il gruppo Pentameter (composto dai cinque artisti cuneesi di tendenza astratta e informale Walter Accigliaro, Cesare Botto, Mario Mondino e Silvio Rosso), ha presentato le sue opere al pubblico in diverse occasioni, tra cui nel 2013 a Carmagnola in Palazzo Lomellini, a cura di Ivana Mulatero. Sempre nel 2013 al castello del Roccolo di Busca allestì una personale, intitolata De natura animalium. Bestiario fotografico
Pittore e sopratutto scultore con una vena poetica e romantica che grazie a titoli, sempre sottili e raffinati, sapeva dare vita nuova ad oggetti in disuso (spesso del mondo contadino o del lavoro in generale). Aveva un obiettivo nell’estrinsecazione delle sue opere: “Ciò che mi interessa è ri-portare in luce gli elementi essenziali del nostro esistere, attraverso storie, in questo caso di animali, di alberi e di uomini”. Questo affermava l’artista in occasione della mostra a Torino nel Mausoleo della Bela Rosin.
Lo ricorda ancora Carena: “Personaggio dotato di un’intelligenza e di una sensibilità superiore alla norma (amava le opere di Giacometti, Melotti, Marino Marini), poteva apparire, a chi non lo conosceva, burbero e talvolta scostante perché come i 'cavalli di razza' (ovvero i grandi artisti) non apriva il suo 'io' se non in casi eccezionali. E quando questo avveniva era un piacere indescrivibile per chi poteva nutrirsi del suo sapere. La storia dell’arte è piena di artisti eccezionali ma dal carattere 'difficile' (come Caravaggio, Picasso, de Chirico, Pollock,etc.) consapevoli della loro grandezza artistica. Corrado era così, perfettamente,conscio della sua bravura (tanto da apparire superbo) e se non avesse avuto questa sicurezza non avrebbe potuto realizzare ciò che è stato capace di plasmare facilitato anche dalla sua laurea in ingegneria che lo agevolava nell’allestimento e nella locazione delle sue opere negli spazi da occupare in occasione delle mostre”.
Il risultato sublime come coreografia ed impatto scenografico lo ha ottenuto nella mostra “Nuovi occhi” realizzata nella chiesa di Santo Stefano a Mondovi con a fianco un critico della levatura del Prof. Marco Vallora.
Sono seguiti a questo evento altre importanti mostre ed installazioni: “Oggetti Concetti” presso l’Art Gallery la Luna di Borgo San Dalmazzo a cura della Prof. Marisa Vescovo; la mostra collettiva nei giardini della Reggia di Venaria con il bronzo “Equilibristi”; l'importantissima mostra ad Ascoli Piceno presso la GAM Osvaldo Licini dal titolo “Andare a memoria” curata da Marisa Vescovo e Alessandro Carrer; la mostra “De natura animalium”al castello del Roccolo; l’installazione nel Mausoleo della Bela Rosin a Torino; due interessanti eventi nelle sedi della Banca UniCredit ad Aosta e della Banca Azoaglio a Ceva.
L’ultimo grande evento (che era stato un suo grande sogno per molti anni) è stata la mostra nella Chiesa di San Francesco a Cuneo.
Conclude Carena: “Con grande impegno occupò gli spazi in maniera magistrale tanto da far affermare da molti addetti ai lavori che era stata la migliore mostra realizzata nel complesso monumentale. Nonostante ciò tante cose non andarono come Corrado si aspettava (come la mancata rimozione del Cristo dall’altare che avvenne in occasione poi della mostra di Penone e dell’evento 'e luce fu' con opere di Balla e Fontana...) o la comunicazione mediatica non all’altezza dell’evento. Tutto ciò lo portò ad un momento di sospensione e rifiuto della sua attività artistica che aveva incominciato a riprendere nel 2020 perché aveva alcune proposte di eventi interessanti, ma poi il terribile virus ce lo ha portato via crudelmente senza guardare in faccia nessuno. Ora tocca alle istituzioni locali ricordarlo”.