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Attualità | 15 maggio 2020, 15:45

La scuola dell’infanzia di Paesana rischia di perdere una sezione a settembre: l’Unione montana scrive al ministro Azzolina

Il motivo? Gli alunni che il prossimo anno si trovano ad iniziare il loro percorso scolastico non raggiungono la “soglia” di 45 bambini, necessaria per vedere garantite le tre sezioni. Sempre la stessa storia, che narra di un territorio che paga le razionalizzazioni dei servizi basate non tanto su una ratio, ma solto su numeri, “soglie” e standard da rispettare

La scuola dell'infanzia di Paesana

La scuola dell'infanzia di Paesana

La scuola dell’infanzia di Paesana è a rischio “tagli”.

Lo scenario che si prospetta infatti per il prossimo anno scolastico potrebbe prevedere la riduzione delle sezioni. Si tratta di un’ipotesi “ventilata da più fonti”, per usare le parole del presidente dell’Unione montana del Monviso, Emidio Meirone,

Il motivo? Gli alunni che il prossimo anno si trovano ad iniziare il loro percorso scolastico non raggiungono la “soglia” di 45 bambini, necessaria per vedere garantite le tre sezioni, come ci conferma il sindaco di Paesana Emanuele Vaudano.

Meirone ha preso carta e penna e si è rivolto a Ufficio scolastico territoriale di Cuneo, Ufficio scolastico regionale, al presidente della Provincia Federico Borgna, al presidente della Regione Alberto Cirio, agli assessori regionali Chiara Caucino (Politiche della famiglia e dei bambini) e Fabio Carosso (Sviluppo della Montagna), al presidente Uncem (Unione nazionale Comuni ed Enti montani) Marco Bussone e al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Meirone sostiene che, se così fosse, “si tratterebbe di un segnale contrario alle politiche di presidio del territorio, contenimento dello spopolamento e sostegno ai nuovi insediamenti primari perseguiti dall’Unione montana che rappresento e dalle organizzazioni collettive quali l’Uncem”.

Le scuole di montagna, aggiunge, “assolvono a funzioni che vanno ben al di là degli obiettivi formativi ministeriali: non sono semplici servizi ma assi portanti di quel complicato meccanismo che è il presidio del territorio: alleati strategici per le famiglie che decidono di rimanere o tornare a lavorare nelle valli, si rivelano al contempo poli di aggregazioni e facilitatori dei meccanismi di reciproco aiuto tra famiglie”.

Il bacino di utenza della scuola dell’infanzia di Paesana è molto vasto. Si allarga ben oltre i confini del Comune. Un servizio a disposizione anche (ma non solo) dei tre Comuni dell’Alta Valle – Crissolo, Oncino ed Ostana – fino ad una distanza di 18 chilometri dal plesso scolastico.

La conservazione degli attuali servizi scolastici – prosegue Meirone – è essenziale in un’ottica di mantenimento delle residenze stabili e di incentivazione al reinsediamento di famiglie giovani in media e Alta Valle”.

L’Unione montana sostiene convintamente e con forza, quindi, la richiesta presentata dall’Istituto Comprensivo Sanfront-Paesana all’Ufficio scolastico territoriale di Cuneo

L’attuale tendenza a un calo di iscrizioni – continua Meirone – potrebbe subire una positiva inversione in seguito all’attuale emergenza sanitaria, che porta a considerare sotto altra luce la possibilità di vivere in piccole comunità, con una qualità di vita diversa.

Un progressivo impoverimento dei servizi scolastici andrebbe a disincentivare le residenze stabili in alta Valle e a vanificare le politiche di reinsediamento che, dopo decenni di perseveranza, trovano oggi i primi frutti, attestati nei numeri delle preiscrizioni e delle nascite previste nei prossimi mesi”.

Ma, proprio rimanendo in tema di emergenza Covid, da Paesana il sindaco Vaudano apre un altro ragionamento: “Nell’epoca in cui ci troviamo, dove una delle misure principali per il contenimento del virus è il distanziamento sociale, questa manovra di riduzione delle sezioni va diametralmente in senso opposto.

È vero che al momento non ci sono le 45 iscrizioni che garantirebbero una terza sezione, ma ridurre le classi vorrebbe comunque dire avere un maggior numero di bambini all’interno di una singola aula. È anche per questo motivo che appoggiamo l’iniziativa dell’Unione montana, che ringraziamo per essersi fatta portavoce delle nostre istanze”.

Una tesi ripresa dallo stesso Meirone, nella lettera alle Istituzioni superiori: “L’edificio adibito alla scuola dell’infanzia di Paesana, di recente costruzione e dotato di ogni comfort e di spazi ottimali sotto molti punti di vista, risponde anche alle misure di sicurezza relative alle disposizioni in merito al Covid19. Si tratta di un fiore all’occhiello per Paesana e per l’intera Valle che dev’essere considerato come una struttura idonea e preziosa a medio e lungo termine per la prevenzione e il contenimento dei contagi.

Mi appare anacronistico non sfruttarne le potenzialità che può offrire (aule nuove e spaziose, saloni e classi con ingressi indipendenti, ampi spazi per la gestione di momento di entrata ed uscita senza la creazione di assembramenti) con il conseguente mantenimento delle tre sezioni”.

La storia è sempre la stessa. La Montagna e le Terre alte sono sempre sulla bocca di tutti.

Poi, però, le “zone periferiche” e a bassa densità di popolazione sono quelle che pagano le razionalizzazioni dei servizi, non tanto basate su una ratio che prenda in considerazione il territorio e chi coraggiosamente ancora sceglie di viverlo, ma soltanto su numeri, “soglie” e standard da rispettare.

In base ai numeri si chiudono reparti ospedalieri, si sopprimono i trasporti, si chiudono classi scolastiche.

Questa volta tocca a Paesana e alla Val Po.

L’Unione del Monviso auspica di poter avviare in merito un dialogo costruttivo con le Istituzioni.

Mai come in questi casi il valore e l’importanza delle scuole risulta totalmente indipendente, se non addirittura inversamente proporzionale al numero degli alunni che frequentano” sostiene Meirone.

Qualcuno lo ascolti…

Nicolò Bertola

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