Economia - 17 gennaio 2019, 21:00

Schermi a led: l'ultima frontiera della comunicazione pubblicitaria

Dai quadri d'autore, ai poster, fino alle più moderne tecnologie, la cartellonistica promozionale si è evoluta a ritmi vertiginosi

All'inizio erano le splendide ed eleganti reclame di fine Ottocento: quelle che venivano realizzate da pittori celeberrimi come Toulouse-Lautrec oppure ideate da dinamici intellettuali come Gabriele D'Annunzio, e che rappresentavano raffinate dame ed impeccabili damerini intenti a pubblicizzare questo o quel prodotto, segnando un'era che sarebbe poi stata definita Belle Epoque e accompagnando l'irresistibile sviluppo delle grandi aziende capitalistiche. Poi sono arrivati gli sviluppi tecnologici, le tecniche di stampa industriali, una maggiore facilità di realizzare pubblicità in serie e maggiori investimenti da parte delle aziende: questo ha portato ai manifesti pubblicitari che tuttora siamo abituati a vedere nelle nostre città: anzi, talmente abituati che quasi nemmeno più ci facciamo caso.

Locandine, poster e manifesti pubblicitari hanno imperversato almeno fino alla metà degli anni '90 del secolo scorso, ma progressivamente, nonostante vengano ancora usati, così come i cartelloni in latta e plastica, del tutto simili per dimensioni ai cartelli della segnaletica stradale, perdendo la loro efficacia comunicativa e diventando obsoleti (l'utente finale, come abbiamo sottolineato, nemmeno le vede più o comunque raramente ci presta una vera attenzione). Con il volgere del millennio, però, una ulteriore innovazione tecnologica ha rappresentato un vero punto di svolta per pubblicitari e aziende: stiamo parlando degli schermi led pubblicitari, che hanno dato nuova linfa a un settore che aveva un grande bisogno di novità.

Del resto, gli svantaggi della cartellonistica tradizionale erano evidenti e sotto gli occhi di tutti: in primis, la troppa sinteticità del messaggio, unita alla impossibilità di essere diretti in maniera selettiva verso uno specifico pubblico di riferimento; in seconda battuta, una immagine in molti casi negativa che si sarebbe potuta riverberare direttamente sul prodotto da pubblicizzare: in quanti abbiamo considerato un manifesto o un cartello pubblicitario deturpante, se piazzato in un paesaggio particolarmente idilliaco oppure sul muro di un edificio storico? Per questo, negli ultimi anni, molte amministrazioni locali hanno drasticamente ridotto licenze di affissioni, in qualche caso praticando anche la rimozione forzata delle pubblicità. D'altra parte, invece, un Visual Led ha dalla sua indubitabili vantaggi: prima di tutto l'estrema dinamicità. Una pubblicità su maxischermo led viene vista come un nuovo ed innovativo strumento di comunicazione visiva, non come una reclame. È possibile infatti modificare costantemente il messaggio e quindi catturare di continuo l'attenzione dell'utente con contenuti in movimento che, proprio come dei veri spot, vengono in molti casi girati da famosi registi e interpretati da attrici, attori, modelle e personaggi dello spettacolo noti a tutti.

C'è poi un non trascurabile vantaggio economico: per il proprietario dello schermo, l'inserimento e la modifica dei contenuti è a costo zero. Non ci sono costi di stampa e di applicazione, per cui il messaggio può essere cambiato di continuo ed essere reso sempre più interessante, ad esempio quando si parla di nuove offerte o sconti.

E che dire poi della visibilità? I maxischermi led sono visibili da grande distanza, e in qualsiasi ora del giorno e della notte. Condizioni meteo sfavorevoli? Non c'è alcun problema, perché i contenuti proiettati sugli schermi led, a differenza della pubblicità statica tradizionale, dispongono di una propria luminosità, e quindi di una luce diretta, non mediata da una fonte di luce esterna. Questo sistema, oltre ad avere maggiore luce addosso, attirerà maggiormente l'attenzione dell'utente.

Ma non finisce qui: un vantaggio non da poco è che su un singolo schermo led, indipendentemente dalle dimensioni, è possibile inserire i contenuti di infiniti inserzionisti. Se, per esempio, con la cartellonistica tradizionale si vogliono pubblicizzare 10 inserzionisti, bisogna installare altrettanti impianti. Con il maxischermo led, al contrario, si possono gestire infiniti contenuti: le aziende produttrici, in questo senso, suggeriscono di raggiungere un totale massimo di 60 inserzionisti, con spot da venti secondi cadauno, oppure di 120 inserzionisti con spot da 10 secondi, per avere un equilibrio tra soglia di attenzione e quantità di stimoli percepibili dal bacino d'utenza.

E le dimensioni degli schermi? Anche qui c'è un range di scelta virtualmente possibile, e che i produttori discutono direttamente con il cliente, in base alle sue esigenze e alle sue possibilità. Se schermi della grandezza di un televisore da casa sono particolarmente utili per ambienti ridotti, come le sale riunioni di un ufficio, i maxischermi ovviamente avranno tutta un'altra portata e un'altra efficacia. Ancora, i migliori prodotti di questo genere hanno una grande resistenza agli agenti atmosferici e alle temperature (si arriva a un perfetto funzionamento anche sopra i 40°, una soglia che invece altri impianti non raggiungono senza azionare i condizionatori, con conseguente ulteriore spreco di energia. Per quanto riguarda la buona definizione della proiezione, consultatevi con gli esperti per spiegare le vostre necessità, ma tenete conto che maggiore il numero di led, migliore la definizione: più un pixel è vicino all'altro, meglio vedremo il contenuto di uno schermo da una distanza ravvicinata.

Insomma, la rivoluzione della comunicazione pubblicitaria porta il nome di schermo led, una vera svolta tanto per le aziende quanto per i clienti quanto per i concessionari pubblicitari: provare per credere!