È allarme anche in provincia di Cuneo per la febbre del Nilo occidentale, una malattia virale, che prende il nome dal distretto di West Nile in Uganda, dove per la prima volta nel 1937 è stata diagnosticata su una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta.
La malattia è tipica del continente africano, tuttavia si sta diffondendo anche nel resto del mondo, come dimostrato dagli occasionali casi anche in Italia: è di queste ore la notizia della morte di due persone a Ferrara, che si sospetta sia state colpite da questo virus. La morte è molto rara - meno dell’uno per cento - e sopraggiunge soprattutto nelle persone più deboli, come anziani e bambini. Circa l’80% dei contagi nell’uomo si manifesta senza alcun sintomo, quando presenti sono invece molto simili all’influenza. Il virus West Nile viene trasmesso attraverso la puntura di zanzare quindi, maggiori sono i casi d’infezione e la quantità di zanzare nell’ambiente, maggiore sarà la probabilità di contrarre la malattia.
Il più efficace mezzo di prevenzione è l’utilizzo di rimedi repellenti contro gli insetti, in modo da prevenire un’eventuale puntura da parte di insetti portatori del virus. Non esistono al momento vaccini o trattamenti specifici, mentre vengono di norma usati farmaci per alleviare la sintomatologia tipica della malattia. Anche in Piemonte il virus si sta diffondendo: come ha spiegato in una nota l’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta diretto dalla dottoressa Maria Caramelli, la circolazione è stata accertata in quasi tutte le province del Piemonte.
Attualmente solo le province di Verbania e Asti non sono coinvolte. Grazie al sistema di sorveglianza integrata e alla collaborazione tra lstituto, Regione, Ipla, Seremi e Centro Regionale Sangue, sono stati subito attivati i controlli sulle donazioni di sangue e organi per evitare la trasmissione tramite trasfusioni e trapianti al riscontro della prima positività in ciascuna provincia.