Economia - 21 febbraio 2018, 18:51

E’ Troppo Tardi per Arricchirsi con le Criptovalute e gli ICO?

Ormai tutti ne parlano: nel giro di pochissimi anni, il valore delle criptovalute (Bitcoin ed Ethereum in testa a tutti) è salito di migliaia di volte

Ormai tutti ne parlano: nel giro di pochissimi anni, il valore delle criptovalute (Bitcoin ed Ethereum in testa a tutti) è salito di migliaia di volte. Un singolo Bitcoin che nel Dicembre del 2012 valeva appena 13 dollari ne vale adesso più di 8.000. Basta un po’ pazienza e di voglia di investire in uno dei mercati virtuali di trading di criptovalute come il Bitcoin, per accumulare rapidamente un capitale, o almeno così dicono gli infiniti spot commerciali con cui siamo bombardati quotidianamente. Migliaia di start-up continuano a pubblicizzare nuove Initial coin offering (ICO) promettendo l’apertura di nuovi mercati innovativi su cui investire ed arricchirsi. Ma è vero? O è solo un’altra bolla di sapone ingigantita dal marketing per spennare i polli?

D’altro canto i social network si sono schierati apertamente contro le criptovalute e le ICO, limitando fortemente la possibilità di pubblicizzare le piattaforme che le offrono. Il divieto riguarda infatti tutte le sponsorizzazioni di questo tipo di piattaforme, che vengono allineate ad altre “pratiche promozionali ingannevoli.” La paura dei gestori di Facebook è infatti quella che gli utenti possano essere indotti ad acquistare prodotti e servizi fasulli dato che molte aziende che pubblicizzano Ico e criptovalute non operano (secondo loro) in buona fede.

L’effetto è stato quello di colpire duramente le criptovalute, portando molte di queste a perdere percentuali significative del loro valore. Il Bitcoin ad esempio, ha perso il 28% dall’inizio di gennaio, ed è quindi legittimo chiedersi se abbia ancora senso investire nelle ICO.

Innanzitutto è bene spiegare cosa sia una ICO, ovvero una Initial coin offer (in Italiano: offerta iniziale di moneta). A differenza della ben più nota offerta pubblica iniziale (IPO) con cui si quotano le società in borsa, le ICO forniscono criptovalute piuttosto che azioni. Il valore di queste ultime è proporzionale non al valore della società stessa o ai suoi utili, ma al valore (pienamente ipotetico) dell’idea imprenditoriale sottostante. Non è detto che la società debba essere però una start-up. Ad esempio, la famosissima Kodak, la multinazionale Americana regina negli anni ’80 e ‘90 delle pellicole fotografiche, ha recentemente annunciato di voler immettere sul mercato un Kodakcoin per far pagare i diritti d’autore sulle foto ai legittimi proprietari. Una buona idea? Per i fotografi che potranno farsi pagare con soldi veri o con altre criptovalute prima di distribuire una foto, può darsi. Per la Kodak lo è certamente però, perché è bastato annunciare di voler entrare nel mercato del blockchain perché il titolo in Borsa della compagnia facesse un ampio salto in alto dopo anni di trend negativi.

Quello che può fare la differenza però per il trader piuttosto che per l’investitore, non è il valore dell’idea stessa, o la possibilità che questa sfondi sul mercato. E’ il valore della criptovaluta stessa. Facciamo un esempio pratico.

Nel 2013, una compagnia chiamata RippleNet ha sviluppato una piattaforma finanziaria che permetteva lo scambio e il pagamento di transazioni monetarie fra banche e altri istituti finanziari. La compagnia produsse la sua ICO, generando una valuta chiamata Ripple o XRP, una moneta utilizzata come elemento di scambio per queste transazioni. A suo tempo, un XRP valeva molto poco: meno di un centesimo di dollaro ($0.01). Mettiamo quindi caso che un ipotetico acquirente avesse deciso di investire 5.000 dollari (più o meno 4.000 euro al cambio corrente). Al netto si sarebbe trovato in mano con un milione di XRP. Che se ne faceva? Nulla essenzialmente, a meno di non essere una banca. Il punto è che oggi il XRP vale circa 75 centesimi di dollaro ($0.75). In altre parole, dopo solo 5 anni, rivendendo tutti i suoi XRP, l’acquirente avrebbe oggi in mano un capitale contante di 750.000 dollari (circa 600.000 euro). Non male per un investimento di 4.000 euro, no?

In altre parole, sebbene il Bitcoin resti senza dubbio la più popolare fra tutte le criptovalute, non è certamente l’unica e non è nemmeno quella il cui valore cresce maggiormente. Il Bitcoin ormai è infatti salito del 1.200% nel 2017, mentre molte altre come il Ripple menzionato sopra, o il Nem sono salite, rispettivamente del 35.000% e del 29.000%. Crescite di ben un intero ordine di grandezza superiore, che si può tradurre in guadagni stratosferici e con prospettive di crescita ancora più strabilianti.

La risposta alla domanda se valga la pena di investire sulle ICO è dunque senza dubbio si, anche se in effetti per alcune delle criptovalute più inflazionate come ad esempio Bitcoin ed Ethereum potrebbe essere un po’ troppo tardi. Ma ce ne sono tantissime altre, ed altrettante ne vengono generate ogni giorno da start-up intraprendenti che vogliono promuovere le loro idee geniali. E’ quindi ancora un’ottima idea investire, e mai come adesso è il momento giusto per farlo, ma bisogna prima farsi un’idea di quale sia la ICO che offre le prospettive di crescita migliori.