Attualità - 08 marzo 2017, 09:20

8 marzo: le riflessioni di Maria Carla Chiapello

Riceviamo e pubblichiamo

Maria Carla Chiapello

Otto marzo, festa della donna, ci ritroviamo a leggere ed ascoltare pensieri retoricamente ineccepibili, ma piuttosto discutibili dal punto di vista del contenuto.

Questo avviene perché si tratta di una ricorrenza oramai totalmente svuotata del suo significato originario, ma non è mia intenzione addentrarmi in discussioni sulla genesi dell’evento, ritengo invece necessario ridiscuterne il valore.

Nel 2017 la celebrazione dell’essere donna non può ridursi a una cena con le amiche di sempre o al ricevere in omaggio un rametto di mimosa dall’esercente di turno. Notizia di ieri è che l’Italia è ultima in Europa per numero di donne in ruoli dirigenziali e seconda per differenza salariale rispetto agli uomini. Qual è stato il livello di indignazione alla notizia? Nullo.

I temi “concreti” sembrano non interessare, si preferisce piuttosto intraprendere battaglie di genere sulla lingua, e allora ecco che “il sindaco” diventa “la sindaca” e “l’omicidio” si trasforma in “femminicidio”, ma se si esclude una minima influenza sull’Accademia della Crusca gli effetti di tali cambiamenti sono irrilevanti. Viene alla mente il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e il suo “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

È da donna che affermo con forza la volontà di cambiare per davvero, ma per farlo è necessario posare la mimosa e aprire gli occhi su una realtà in continua evoluzione, ma che per molti aspetti rimane indietro di un secolo. Il gap degli stipendi è lì a ricordarci che finché si baderà più alla forma che alla sostanza le differenze tra uomo e donna rimarranno.

Maria Carla Chiapello - Presidente gruppo consiliare “Moderati” in Regione Piemonte

c.s.