C'est très jolie, et amusant aussi. E' molto bello, e anche divertente, passare qualche ora a Cannes nei giorni del Festival del Cinema. Perché nel mese di maggio Cannes, (che nei giorni festivalieri, passa da 75.000 a 200.000 abitanti) da tranquilla cittadina chic per pensionati danarosi e snob, si trasforma in una cartolina postale in technicolor che brilla grazie ai flash dei fotografi, ai sorrisi perfetti e ai gioielli delle star. Che poi, quest'anno, i gioielli se li sono pure rubati. Un colpo perfetto, da un milione di dollari, nella camera d'albergo di un dipendente della Chopard. Una replica perfetta del colpo messo a segno dal “Gatto”, Cary Grant nel film Caccia al Ladro, pellicola perfetta diretta da Alfred Hitchcock nel 1955, girato, tra l'altro, proprio a Cannes.
Io, meschina, non ho accesso alle feste esclusive, alle proiezioni dei film in anteprima (ma chissà, forse un giorno mi farò accreditare come giornalista). Mi devo accontentare del contorno che accompagna il festival ufficiale, ovvero dei personaggi stravaganti, sempre gli stessi, che si direbbe passare tutto il resto dell'anno chiusi dentro ad uno scatolone, per poi essere tirati fuori dagli organizzatori per fare colore. Come l'improbabile Charlot con l'auricolare del telefono all'orecchio, l'imbarazzante uomo travestito da (brutta) donna prosperosa, madre e figlia leopardate che hanno dichiarato di tirare la cinghia tutto l'anno per permettersi il soggiorno festivaliero, e le solite ragazze immagine. Che immancabilmente vengono paparazzate semisvestite e a volte quasi completamente nude in spiaggia, con (loro) grande soddisfazione, dai fotografi professionisti e non che invadono le vie di Cannes. E poi tutto il resto. Gli eleganti hotel semi nascosti dietro gli enormi cartelloni pubblicitari dei film in uscita e i fan che attendono per ore gli attori.
Anche se i momenti più emozionanti sono quelli che si vivono dalle 18 in poi, in attesa davanti al Palais del Festival, quando si celebra la collaudata cerimonia della passerella. Per primi arrivano, a piedi, i poliziotti del servizio d'ordine, con la divisa di gala, per piazzarsi nei punti strategici a controllare la folla. Il clima sereno e rilassato del pubblico, che partecipa a questa bellissima festa, quest'anno, però, si è incrinato grazie agli attimi di tensione del 18 maggio, quando uno sconosciuto ha sparato alcuni colpi di pistola (da giudice di gara) e che teneva con sé una (falsa) granata durante le riprese di una trasmissione televisiva sulla Croisette. Tutto finto. Tutto perfetto. Persino l’attore Daniel Auteuil è stato impeccabile (al primo “ciak”) nel manifestare, stupore prima e terrore poi, nel momento del fatto a pochi metri di distanza.
A seguire, alla spicciolata, i fotografi accreditati, rigorosamente in smoking, che per motivi di sicurezza, passano attraverso un rigoroso controllo. Poi, i primi invitati alla proiezione del film della serata. Le donne, naturalmente, e nella maggior parte dei casi, fanno molta attenzione a scegliere vestiti e accessori adatti all'occasione, anche se non è detto che ci riescano sempre. Così capita di vedere vestiti con strascico accompagnati da enormi borse shopper, o scarpe assolutamente inadatte e vistosamente rimediate all'ultimo minuto, che non c'entrano niente con il tipo di abbigliamento indossato. Gli uomini, sono tutti più o meno vestiti uguali, con completo scuro, ma peccano spesso sulla scelta delle scarpe, che spesso e volentieri sembrano quelle di tutti i giorni e che non hanno neppure visto un colpo di spazzola.
Poi, iniziano ad arrivare le prime auto. Accalcata contro gli altri alle transenne, cercando di spiare dai varchi lasciati miracolosamente aperti da chi si è attrezzato delle maledette scalette per avere una migliore visuale per fotografare i divi, la meschina intravede all'interno delle auto gente per la maggior parte sconosciuta alla sottoscritta, sicuramente non attori o registi ma piuttosto produttori, sponsor ed invitati. Personaggi di poco interesse. I divi arrivano un po' più in là, e per ordine di fama: quelli più celebri e popolari ovviamente per ultimi. Si danno generosamente alla folla, stringono mani, sorridono e fanno i simpatici. Che lo siano davvero, o stiano recitando la parte del “sono famoso ma non me la tiro per niente”, resta un mistero. Comunque vedere da vicinissimo e, se si ha molta fortuna, anche toccare, le star del cinema compensa la grande fatica dello stare in piedi ore in attesa per non perdere il posto conquistato faticosamente dietro alle transenne. Le celebrità se ne stanno un po’ lì con i loro fan, poi si dirigono verso il tapis rouge, dove tornano ad essere glamour e superstar. Il tutto nell'arco di mezz'oretta, non di più. Poi, si torna a casa alla stregua di un bel film visto al cinema, con tanti attori di cui parlare, ma questa volta dopo averli visti recitare, dal vero, la loro parte di “star” della celluloide.