Politica - 21 maggio 2013, 08:03

Formont: dalla Comunità Montana del Monviso un “brodino” da 15.000 euro, ma il “buco” è di ben 1.400.000

Storia che ha dell’incredibile, con bilanci approvati per anni senza far figurare le perdite. Il presidente Perotti: “Certo non mi fa piacere essere qui a dire quanto siamo stati imbecilli in passato, ma… ”

Dino Matteodo nel corso del suo intervento a proposito del "buco" del Consorzio Formont (copyright targatocn)

E’ stato senza dubbio il Consorzio Formont per la formazione professionale delle attività di montagna - costituito nel 1984 per iniziativa della Regione Piemonte e degli assessorati alla Formazione professionale e al Turismo per erogare corsi per occupati, disoccupati e ragazzi in obbligo formativo – uno dei pezzi forti di discussione del Consiglio della Comunità Montana del Monviso di ieri sera.

L’Ente presieduto dal dottor Aldo Perotti ha infatti attinto 15mila euro dal proprio scarno per non dire inesistente, avanzo d’amministrazione (63mila euro) per garantire quel briciolo di liquidità atta a proseguire il cammino al Consorzio che si è accorto di avere – usiamo testualmente le parole pronunciate dal dottor Perotti – “un disavanzo passivo, un buco di 1.400.000 euro, frutto di bilanci delle passate gestioni, sempre approvati, ma all’interno dei quali non erano conteggiate le perdite”.

Come questo sia stato possibile – Perotti ha detto che prima del 2011 addirittura non esistono documenti di bilancio – alla ragionevolezza umana non è dato capire.

Il comportamento del precedente Consiglio d’Amministrazione è stato certamente poco chiaro e ci sono gli elementi per chiamarne in causa i suoi componenti, che hanno sulle spalle la responsabilità di una gestione disastrosa” ha detto ancora il presidente. Che poi ha precisato come, “grazie alla messa a punto di un piano industriale, l’intento è di rientrare dalla passività con i prossimi 2 o 3 esercizi finanziari. Si taglia su tutto, compreso il personale. Gli stessi compensi degli amministratori sono stati sottoposti ad una rigida cura dimagrante”.

Nonostante questa “dieta ferrea”, l’attuale CdA costa ancora complessivamente la bella cifra di 30mila euro l’anno (non male per un Ente costretto a mettere i dipendenti in Cassa Integrazione): 13mila di essi vanno al presidente Lido Riba, 12mila al vicepresidente Roberto Vaglio e 1.800 ciascuno ai consiglieri Mauro Carena, Roberto Carelli e Sebastiano Mandica (compenso calcolato sulla stima di 12 sedute annue, 150 euro a seduta).

La vicenda, che ha – ci ripetiamo – dell’incredibile, è stata oggetto di una lunga discussione. E di tanti distinguo.

Tra i commenti più duri, quelli di Bernardino Matteodo (“Stiamo dando sangue ad un malato destinato a morire”) e di Silvano Dovetta (“Abbiamo seri problemi economici per sopravvivere e corriamo in soccorso di questo carrozzone che la Regione mantiene in vita a tutti i costi per poi lamentarsi che non ci sono fondi per la sanità e l’assistenza?”).

A tutti ha risposto Perotti, che ha invocato l’approvazione – poi arrivata a maggioranza - per evitare il fallimento: “Certo non mi fa piacere essere qui a dire quanto siamo stati imbecilli in passato, ma… ”. Detto da lui non è certo come detto da noi.

Walter Alberto