Egr. Sig. Direttore
devo proprio dire che, questa volta, sono rimasto allibito, forse ancora di più che nel caso, vergognoso e rivoltante di Don Martin. Quello che ha fatto il prete di origini indiane è spaventoso, ma tutti sappiamo quali istinti inconfessabili si nascondano nell’animo umano, ai quali, a quanto pare, anche le persone di Chiesa non riescono a ribellarsi.
Ma oggi, ci troviamo di fronte al caso (se venisse ovviamente comprovato) di un prete, che abbandonava saltuariamente la sua amena parrocchia, per andare a commettere furti con una banda di criminali professionisti. Non sembra neanche credibile, specialmente per chi ricorda, anni fa, il giovane don Giuli, predicare con fervore, a volte persino esagerato, quasi da integralista; trattare con durezza inquisitoria le povere pecorelle che entravano nel suo confessionale, quasi fosse un piccolo Padre Pio. E adesso questo. Don Martin, Don Giuli.
La punta di un iceberg? Perchè dobbiamo ancora recarci in chiesa a sentire parlare elementi come questi? Perchè il Vescovo non fa sentire finalmente la sua voce? Perchè tutti e due questi sacerdoti, che sembravano destinati ad un luminoso futuro in grandi parrocchie o in Curia, erano stati relegati (senza voler offendere due bellissime località) in periferia? Si tratterà solo di una coincidenza?
Lettera firmata