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Al Direttore | 22 agosto 2012, 16:21

Attacchi dei lupi: s'impieghino i 20 milioni risparmiati dall'annullamento del referendum sulla caccia per pagare i danni agli allevatori

Il lettore Marco S. interviene sul problema lanciando una prrovocatoria proposta

Attacchi dei lupi: s'impieghino i 20 milioni risparmiati dall'annullamento del referendum sulla caccia per pagare i danni agli allevatori

Egregio signor Direttore,

ho letto sulle pagine web della sua testata la questione sul cosiddetto problema dei lupi, animali che dopo essere stati portati sull'orlo dell'estinzione grazie ai pruriti venatori degli amici di Diana, adesso stanno fortunatamente tornando a popolare alcune zone italiane, provocando forse qualche disagio ad allevatori che si vedono sparire qualche capo.

Ma soprattutto suscitando il livore dei soliti noti cacciatori, i quali nascosti come al solito dietro la scusa dei danni, non vedono l'ora di poter fucilare anche i lupi oltre alle altre 51 specie già cacciabili in Italia (fonte: Arcicaccia; ricordo a chi legge che l'Italia è il terzopaese in Europa per numero di specie cacciabili), più quelle inderoga.

Mi permetto una breve considerazione in merito. Qualche mese fa, se non ricordo male, il già citato assessore piemontese alla caccia, Claudio Sacchetto, sostenuto dalla sua maggioranza in Regione, attraverso un espediente forse legittimo dal punto di vista tecnico, ma alquanto discutibile sul piano della correttezza democratica, ha fatto "saltare" il referendum sulla caccia in Piemonte che si sarebbe dovuto tenere a giugno.

L'ha fatto adducendo, tanto per cambiare, da un lato la scusa dei costi (come se l'esercizio di un diritto democratico e costituzionale, dovesse o potesse essere sottoposto a tale vaglio per la sua attuazione!), e dall'altro pavoneggiandosi al cospetto del mondo venatorio per aver scongiurato il pericolo (per il mondo venatorio, ovviamente) di una consultazione referendaria sulla caccia.

Ora, sul primo fronte, quello appunto dei costi, l'assessore e il presidente della Giunta hanno battuto sul fatto che facendo "saltare" il referendum si sarebbero risparmiati, a loro dire, 20 milioni di euro, da impiegare "in altro modo". Bene. Premesso che mi piacerebbe veder rendicontati quei 20 milioni di euro e poter verificare (documenti alla mano) l'impiego che ad oggi se ne è fatto o che se ne programma di fare, mi permetto di suggerire all'assessore di utilizzare una parte di quei soldi per risarcire gli allevatori dai danni che il lupo provocherebbe ai loro animali.

Evitando così di (fingere di) affidarsi ai cacciatori per risolvere problematiche (quelle dei danni) che il mondo venatorio non è mai stato in grado di risolvere, nemmeno parzialmente, a suon di fucilate. Con un capitale di ben 20 milioni di euro 'risparmiati', direi che si può far fronte per decenni, e forse anche di più, a questi cosiddetti "problemi" causati dai lupi agli allevatori… senza alcun bisogno dell'azione di chi no nvede l'ora di poter impallinare anche i lupi.

Chiudo con un'altra considerazione: se non "risulta che il fatto che si pratichi caccia di selezione agli ungulati sulle nostre montagne porti ad una drastica diminuzione degli stessi (…) anzi, all'opposto non di rado si hanno problemi di sovrannumero malgrado la caccia di selezione, si pensi al caso lampante del capriolo" resta solo da domandarsi come mai si continua a legittimare e (lasciar) praticare la cosiddetta caccia di selezione (da decenni!) se di fatto non raggiunge nemmeno lontanamente l'obiettivo dietro cui ci si nasconde per giustificarla, cioè quello della riduzione/contenimento delle specie cacciate in selezione?

Ma infondo è solo una domanda retorica di cui tutti noi conosciamo già la risposta.

Cordialità.

Marco S.

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