- 11 aprile 2012, 08:41

I “santini” elettorali dei candidati Sindaci per l’obiettivo “Comune”

I “santini” elettorali dei candidati Sindaci per l’obiettivo “Comune”

Manca ormai poco alle elezioni amministrative. In questo periodo, quando ci si incontra per strada fra amici, conoscenti, vicini di casa, spesso il dialogo è il seguente: “Ciao, come stai? Tutto bene? Anche i tuoi? Ma tu hai già idea per chi votare?”. Anche perché la scelta si fa sempre più ardua di elezione in elezione, per l’elevato numero dei candidati che fa sì che in quasi tutti i nuclei famigliari, di lavoro, di conoscenze, non ci sia un parente, un amico o anche un semplice vicino di casa che non si candidi alla comunali.

Una certezza c'è. Non voteremo per un sindaco-donna. Anche per questa tornata elettorale le donne non ce l'hanno fatta a mettere il viso di una di loro sui manifesti dei papabili sindaci. Nelle primarie, in verità, le candidate erano presenti, ma – che strano... - non ce l'hanno fatta. Certo, potremmo avere assessore e consigliere, ma una sindachessa, no. E dire che sarebbe stata questa la vera novità. Perché altrimenti di cose vere e nuove, fra i candidati cuneesi, non se ne vedono molte.

Nelle primarie del centro-sinistra non si può certo dire che sia stata una novità che abbia vinto un esponente del SEL. E' capitato così dappertutto in Italia dove si sono tenuti queste pre-elezioni, salvo eccezioni tipo Torino, con Piero Fassino. E, sempre nel centro sinistra, a questo punto ormai conflittuoso, tanto per cambiare, si è ricostruita una coalizione che riprende il “vecchio”, ovvero una continuazione della politica “Valmaggesca” che i cuneesi hanno dimostrato di gradire molto, come dicono le classifiche di preferenza che riportano gli indici di gradimento di tutti gli amministratori d'Italia.

Inoltre a Cuneo, di tradizioni politiche che guardano preferibilmente al centro-sinistra, il centro-destra non ha grandi chances. A meno che, improvvisamente, ci sia un cambio di mentalità che gli ultimi recenti avvenimenti politici difficilmente favoriranno.

Né novità particolari si colgono nei manifesti elettorali che hanno tappezzato la città. I candidati, sindaci o consiglieri che siano, hanno scelto la continuità anche nella iconografia. La maggior parte di essi hanno uno sguardo rivolto verso un qualcosa che sembra esaltarli molto. Uno sguardo che ricordo aver visto nelle immaginette agiografiche dei santi che venivano riportate sui testi di scuola, decenni or sono. Visi che rappresentato una fiducia verso non si sa bene che cosa, e che dovrebbero instaurarne altrettanta, a loro volta, in chi li guarda.

Un secondo modello che va molto è anche il candidato che ti guarda dritto in faccia, con espressione franca e, nel contempo, piuttosto allegra. Per la gran parte tutti hanno sempre portato il vestito buono, e sono incravattati. Anche se in queste elezioni comunali vanno per la maggiore quelli senza, forse pensando che possa fare un po' ancién régime. Altri, una minoranza, sono in camicia, magari con le maniche rimboccate, che sembrano dire “Se ti serve una mano, anche per cambiare una ruota all’automobile, io sono qui”.

Anche sugli slogan risultano poche novità, e dire che al momento ci sarebbe veramente da osare, con messaggi forti ma allo stesso di speranza verso gli elettori in questo momento davvero difficile per tutti.

E' indubbio che non sia semplice studiarsi un poster originale e che nel contempo sia credibile e soprattutto rassicurante. Per questo i candidati hanno tralasciato stranezze e sono andati sul sicuro. Anche le poche donne si sono affidate a immagini decisamente tranquille e familiari. Che sono, comunque, di gran lunga preferibili a certi inquietanti sguardi grintosi di qualcuna che ad una altissima carica statale c'è arrivata, ma nella quale poche donne – e certo non la sottoscritta - si vogliono rispecchiare.

Monica Bruna