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Politica | 07 marzo 2012, 09:03

Pari dignità fra gli Enti Gestori: la chiedono a gran voce i sindaci aderenti al Monviso Solidale

Approvato il bilancio dell’Ente guidato dalla dottoressa Ivana Borsotto, che pareggia sulla cifra di 19.580.000 euro, 16.070.000 dei quali se ne andranno per spese correnti

Pari dignità fra gli Enti Gestori: la chiedono a gran voce i sindaci aderenti al Monviso Solidale

Cinquantotto comuni, per un totale di 171.164 abitanti e 1.707,07 chilometri quadrati di territorio. E’, in estrema sintesi, il territorio che da un lato  dà corpo e dall’altro gode dei servizi socio-assistenziali del Consorzio Monviso Solidale. I sindaci dei Comuni aderenti, hanno approvato l’altro ieri il Bilancio di previsione relativo al 2012, che pareggia sulla cifra di 19.580.000 euro: 15.496.000 arrivano (?) da trasferimenti da Stato, Regione ed altri Enti, 574mila da entrate extratributarie 1.500 da accensioni di mutui e prestiti, mentre 16.070.000 se ne andranno per spese “correnti”.

Insieme con l’approvazione del bilancio l’assemblea dei sindaci ha espresso – scrive Gianfranco Marengo, sindaco di Verzuolo e presidente dell’assemblea consortile - “con forza ed unanimemente la preoccupazione per le sempre più gravi difficoltà socio-economiche che le famiglie con disoccupati o cassaintegrati, anziani non autosufficienti, disabili, o più semplicemente monoreddito o con genitori separati e figli a carico, stanno vivendo”.

Parallelamente al bilancio, i sindaci presenti – che in precedenza già avevano deciso di aumentare la quota a carico dei Comuni di 2.5 euro per residente, per un totale di quasi 500mila euro ad onta delle difficoltà dei bilanci comunali – hanno approvato una mozione con la quale i primi cittadini chiedono, in buona sostanza, di non essere lasciati soli da Stato e Regione di fronte alla “sempre maggiore evidenza di stati di fragilità ed all’avanzamento di nuove povertà tra i cittadini” ed hanno chiesto loro di confermare “almeno i trasferimenti del 2011 per non creare ulteriori e gravi problemi alle comunità locali”.

Non è pensabile che i Comuni da soli possano arginare questo momento difficile dove è addirittura in discussione la coesione sociale; non è possibile altresì che i Comuni aumentino il loro impegno  e che altre parti dello Stato (Regione in particolare) si tirino indietro come e se i cittadini non fossero cittadini anche della Provincia, della Regione, dello Stato” scrive ancora Marengo.

Il documento ruota tutto sull’avvenuto incontro del Governatore del Piemonte Roberto Cita con il sindaco di Torino Piero Fassino, durante il quale il primo ha assicurato al secondo la “messa a disposizione di risorse pari a ulteriori 25 milioni di euro a sostegno della spesa socio-assistenziale”: una cifra che poterebbe il capitolo della Città a poter disporre di ben l’83% di quanto ottenuto nel 2011, contro l’ottimistico 35% del Monviso Solidale.

Ritenuta condivisibile la determinazione della Regione ad accogliere le istanze del sindaco di Torino, ma rimarcato che tutti gli Enti Gestori della Regione versano in situazioni analoghe a quella di Torino, l’assemblea dei sindaci ha chiesto a Cota che “così come legittimamente ottenuto dalla Città di Torino venga data altrettanta certezza, a parità di trattamento, sulle risorse minime a disposizioni di tutti gli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali del Piemonte, con indicazioni scritte, certe e rassicuranti, in tempi rapidissimi”. Se così non sarà, “gli Enti Gestori dovranno assumere, loro malgrado, decisioni gravissime relative alla drammatica riduzione dei servizi conseguenti con possibili ricadute occupazionali”.

Un’affermazione che più che una minaccia suona come un campana a morte per lo stato sociale.

Walter Alberto

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