Apprendo con dolore della scomparsa di Franco Piccinelli, personaggio di notevole statura umana ed intellettuale, che ha saputo interpretare le sfumature e contraddizioni della nostra terra e tradurle in opere che hanno segnato il panorama letterario nazionale ed europeo. Ho avuto il privilegio di conoscere molto bene Piccinelli. Amico di famiglia, sagace osservatore della realtà di Langa, pungente e ironico nei suoi commenti sempre mirati, Franco mi ha costantemente stimolato a guardare il territorio e la sua cultura da tanti punti di vista differenti.
Ci siamo confrontati spesso, forti di molti valori in comune – l’amore viscerale per la nostra terra, appunto, ma anche gusti letterari condivisi, nonché la passione per il mondo delle istituzioni (su tutte, l’Arma dei Carabinieri). Tra i ricordi più belli c’è senza dubbio la serata che organizzammo a Narzole per la presentazione in anteprima del suo libro “La felicità sotto casa”, poco più di un anno fa: in un teatro gremito, Piccinelli aveva dato prova della sua brillante oratoria intessendo un dialogo intenso, a tratti scanzonato, spesso divertente, con il pubblico in sala e con i giovani cantori piemontesi sul palco. È una delle iniziative di cui vado più orgoglioso e che, tra l’altro, ha gettato le basi per altre collaborazioni mirate alla valorizzazione del tessuto culturale della nostra regione: anche lui ha infatti contribuito con consigli pertinenti alla stesura della proposta di legge che ho presentato per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico piemontese.
Vorrei chiudere questo ricordo dell’amico Franco Piccinelli con una frase che mi ripeteva spesso, e che aveva anche condiviso con il pubblico in quel di Narzole: “Dopo l’attentato che subii nel 1979 dai terroristi delle Brigate Rosse, da cui uscii vivo grazie ai Carabinieri che mi vennero in soccorso, ho compreso che nella vita non va mai sprecata la possibilità di dare spazio ai sentimenti, di accoglierli, di coltivarli: questa è la vera forza di un uomo”.
E questa era la grande forza di Franco Piccinelli.