L’associazione Aidaa, (Associazione italiana difesa animali e ambiente) ha diffuso dei dati che tenderebbero a dimostrare che ci sono meno cani abbandonati ed accolti nei ricoveri. Per questo la stessa associazione asserisce che “a metà estate e con agosto appena iniziato, è stato registrato un sensibile calo degli abbandoni degli cani”. In modo un po’ diverso la vede Marco Bravi, della Giunta Esecutiva Nazionale dell’Enpa, che ci invia il comunicato che di seguito pubblichiamo.
I numeri, per quanto sembrino parlar chiaro, in realtà possono essere fuorvianti. Parlando di abbandono estivo degli animali, da diverse fonti (non sempre, per consistenza ed esperienza, attendibili) giungono notizie circa la riduzione di questo odioso fenomeno. Una rilevazione miope, perchè si basa esclusivamente sui cani, specie da qualche anno più soggetta a controlli ed attenzione da parte delle Istituzioni e dei media. Il fenomeno dell'abbandono sembra non essersi ridotto, ma solo trasferito, particolarmente su varie specie fra cui una che, per quanto a pieno titolo inserita nelle leggi di salvaguardia degli animali d'affezione come i cani, ha in realtà ben poche tutele rispetto ad essi: i gatti.
Animale sempre più diffuso nelle case, perchè compatibile con la vita di appartamento e con le più ridotte esigenze in termini di attività fuori casa, particolarmente con l'arrivo dell'estate (ma in realtà tutto l'anno) subisce la stessa sorte riservata ai compagni di sventura canini. Fuori dalla porta gli adulti, in una scatola in qualche angolo di strada i cuccioli. L'alibi è quasi sempre ipocrita ed ingiustificabile: un'allergia (spuntata guarda caso con l'arrivo dell'estate, che in realtà sarebbe facilmente superabile con poche cure) oppure semplicemente l'errata idea che il gatto possa "arrangiarsi", dimostrando totale ignoranza sui meccanismi innescati in forma permanente negli animali dai tempi e dalle abitudini della cattività.
Complici il diffuso disinteresse delle preposte Autorità comunali e sanitarie, nonchè l'assenza di controlli sulle (pur obbligatorie per Legge) cure e controllo delle nascite da parte dei privati, sono in qualche caso quintuplicati gli abbandoni di gatti, spesso non autosufficienti o feriti o malati. Chi ci pensa? ENPA mette in campo tutte le sue risorse umane e quel poco di economico che gli deriva da contributi di privati e tesseramenti, vista la totale assenza di contributi pubblici.
Ma le risorse sono limitate e non si può evidentemente "scaricare" sul volontariato svolto a titolo gratuito ciò che compete, per Legge dello Stato, alla Società civile. E' necessario che anche per questi animali venga avviata una politica preventiva analoga a quella già applicata per i cani, che sembra cominci a dare buoni frutti. Essa passa dall'obbligo di identificazione dei gatti di proprietà tramite microchip, da diffuse campagne di sterilizzazione nelle colonie di gatti liberi con reintroduzione (come specifica la normativa vigente) nell'ambiente di origine, dalla presenza di strutture pubbliche di accoglienza per convalescenze o rifugio degli animali non più reintroducibili.
L'umanità continua a dare il peggio di sè tradendo, con l'abbandono, l'amicizia e la tenerezza che infonde ogni animale quando viene introdotto in una casa: ha solo, per la vigliaccheria di incorrere più facilmente in sanzioni, cambiato specie.
Chi volesse aiutarci può adottare consapevolmente un gatto può rivolgersi a Enpa Cuneo-Saluzzo (335.6097109 oppure info@enpacn.it) oppure fare una donazione per curarlo (informazioni su www.enpacn.it).