Gentile direttore,
anch'io ero a Sharm El Sheik e volevo raccontarvi la mia personale esperienza. Sono un istruttore subacqueo del Circolo Savigliano Sub e Martedì 7 Dicembre mi trovavo a fare un'immersione nel meraviglioso parco marino di Ras Mohammed. Io e mia moglie eravamo in barca e stavamo preparando la nostra attrezzatura subacquea, lei era un po' nervosa, in Italia le informazioni sul primo attacco dello squalo ai danni di un gruppo di bagnanti stranieri erano state alquanto confuse e avevano dipinto questo animale come un mostro spietato.
Poi Domenica il secondo attacco. Noi eravamo là e i locali avevano paura a dare troppe informazioni per non diffondere il panico, ma quando martedì le autorità hanno dato il via libera alle immersioni solo in alcuni punti e solo per sub esperti, una luce si è accesa nei nostri occhi.
Iniziamo l'immersione, la nostra guida ci precede lungo la barriera corallina piena di vita e di colori. Il nostro primo incontro è con un'affamata tartaruga intenta a gustare il suo pasto, ma poco più il la stava per iniziare la nostra vera avventura. Un longimano, uno squalo pinna bianca stretto parente del tanto temuto squalo bianco, di 3 metri di lunghezza, gira curioso sopra le nostre teste. E' un esemplare meraviglioso ma anche molto possente. Riesco a scattare una foto ma subito dopo al suo fianco compare un barracuda anch'esso di grandi dimensioni, l'adrenalina e forse anche un pizzico di paura prendono il sopravvento e mi fanno trovare impreparato a fotografare ulteriormente i nostri amici.
La nostra guida ci fa segno di rimanere fermi riparati dalla parete e dopo pochi minuti i due esemplari spariscono. Decidiamo di procedere come concordato all’attraversata nel blu per raggiungere un relitto poco distante. Ci stacchiamo dalla parete e cominciamo a pinneggiare, dopo pochi secondi una sagoma scura compare in lontananza e ci fa fermare immediatamente. Si dirige proprio verso di noi e si avvicina prepotentemente. E' di nuovo lui, il longimano, ma questa volta è solo. Ci gira intorno un paio di volte poi si allontana.
La guida ci fa cenno di mantenere la calma e di riportarci lentamente verso la sicura parete. Lo ascoltiamo e io e mia moglie cominciamo a pinneggiare con molta calma senza perdere mai di vista il nostro amico. La guida rimane per un istante staccata dal gruppo, il longimano lo studia incuriosito e si avvicina. E' a meno di un metro da lui, non sembra voglia attaccare ma la guida non si fida e preferisce provare a disturbarlo sparandogli sul muso le bolle del suo secondo erogatore. Sembra che funzioni, lo squalo si volta infastidito e se ne va.
La pinna in parte mozzata ci fa pensare che possa essere lo stesso esemplare responsabile degli attacchi. Il tempo a nostra disposizione è finito e purtroppo dobbiamo risalire.
E' stata un'avventura sicuramente indimenticabile che però a causa di tutto questo bombardamento mediatico non ci ha permesso di godere fino in fondo questo raro incontro. Gli attacchi ai turisti sono sicuramente da considerarsi anomali e senza precedenti, ma più di una volta abbiamo visto buttare cibo a riva per richiamare i pesciolini di barriera e non solo. Si è anche detto che una nave contenente bestiame abbia buttato carcasse di animali morti troppo vicino alla costa causando negli squali una frenesia alimentare. Ne sono state fatte tante di ipotesi, alcune plausibili e altre assurde, ma il punto è che noi dovremmo essere solo dei curiosi visitatori di questo meraviglioso mondo sommerso, invece inquiniamo, peschiamo di frodo, facciamo razzia di coralli e non rispettiamo ciò che in fondo appartiene a tutti e purtroppo succede che a volte la natura si ribelli causando questo tragico epilogo.
Giovanni BAROSI