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Attualità | 15 gennaio 2019, 16:15

E se per garantire la fusione con Siemens l’Alstom cedesse parte della produzione "pendolino" saviglianese?

Il 18 febbraio l'antitrust si pronuncerà su questa maxi operazione. Tra le ipotesi per ottenerla c'è la cessione dell'alta velocità a una società terza non ancora individuata, ma al momento i "se" e i "ma" in ballo sono tanti

E se per garantire la fusione con Siemens l’Alstom cedesse parte della produzione "pendolino" saviglianese?

C’è grande incertezza sulla fusione Alstom-Siemens. Il 18 febbraio l’antitrust si pronuncerà su quello che potrebbe diventare un mega colosso del trasporto su ferro.  Il secondo nel mondo dopo la cinese Crrc.

Durante gli ultimi incontri il “maxi merger” tra  il colosso francese e quello tedesco è stato ritenuto incompatibile con il mercato. Il “no” dell’Europa sulla fusione potrebbe arrivare se non si apportano delle misure correttive. E tra queste, come detto nei giorni scorsi, ci potrebbe essere il “taglio” al pendolino, fiore all'occhiello dello stabilimento di Savigliano. Il “pendolino Alstom” e la produzione del “Velaro Siemens” (colonna portante del trasporto ad alta velocità in Germania) sarebbero i due punti “caldi” dell’accordo. Nell’operazione si potrebbe arrivare a rinunciare a uno dei due comparti produttivi?

Nei giorni che attendono il 18 febbraio i due colossi stanno portando avanti diversi piani che dovrebbero evitare ulteriori intoppi per il conseguimento dell’accordo.  Tutte proposte e ipotesi, nulla di ufficiale o di concreto. Tra queste sembrerebbe che Alstom Savigliano sarebbe stata incaricata dalla dirigenza di Parigi di valutare l’ipotesi della cessione a una società terza (ancora da individuare) del comparto legato al pendolino. 

Una sorta di “studio di fattibilità” per calcolare l’impatto che avrebbe questo “sgravio” nell’ottica del merging e della possibile valutazione dell'antitrust. Un’ipotesi che – se attuata – coinvolgerebbe inevitabilmente alcune maestranze di Savigliano, ma parlare di numeri è ancora prematuro, visti tutti i "se" e i "ma" ancora in ballo.

Intanto le parti sociali, le tre sigle confederali dei metalmeccanici e le rappresentanze di Alstom italiane chiederanno nei prossimi giorni un incontro al Mise per valutare lo stato di avanzamento della trattativa Alstom-Siemens in attesa del pronunciamento dell’antitrust e per valutare i possibili risvolti occupazionali negli stabilimenti italiani (e in quello saviglianese) dopo il 18 febbraio.

Daniele Caponnetto

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