Il termine Phototherapy Techniques, introdotto da Judy Weiser, indica l’insieme di tecniche che possono essere utilizzate come strumento all’interno di un processo psicologico.
Le tecniche di fototerapia utilizzano gli scatti personali e le foto di famiglia dei pazienti, con i sentimenti, i ricordi, i pensieri e le informazioni che queste foto evocano come catalizzatori nella comunicazione terapeutica.
Ogni foto che una persona scatta o conserva è anche uno “specchio con memoria” che riflette momenti e persone che sono state così speciali da essere fissate per sempre nel tempo.
Le foto rendono visibile il flusso narrativo della vita e servono come impronte visive che segnano dove loro sono state fisicamente ed emotivamente.
Il vero significato di una foto si trova meno nei suoi aspetti visivi che nell'evocazione che i dettagli suscitano nella mente e “nella pancia” di ogni osservatore. Il significato e il linguaggio emotivo di una foto dipendono da chi le osserva, ma anche da chi le ha scattate e da cosa voleva trasmettere.
Le foto possono essere usate come ponti naturali per accedere, esplorare e comunicare sentimenti e ricordi, utilizzando costruzioni simboliche e oggetti metafora che portano a insight molto intensi.
Nelle sessioni di fototerapia le foto non vengono soltanto utilizzate per essere contemplate in una riflessione silenziosa, ma al contrario vengono create attivamente e utilizzate per illustrare nuove narrative, nuovi ruoli, per visualizzare di nuovo nella memoria o nell' immaginazione.
All'interno quindi di un setting strutturato, sono utilizzate delle vere e proprie tecniche come il fotocollage, l'utilizzo di foto scattate o create dal paziente, foto scattate al paziente da altre persone, autoritratti, album di famiglia o foto biografiche.
Le “foto-proiezioni” sono una tecnica che utilizza il meccanismo secondo cui il significato di qualsiasi foto è in primo luogo creato dall'osservatore durante il processo di percezione dell'immagine.
L'atto di guardare qualsiasi immagine fotografica produce delle percezioni e reazioni che vengono proiettate dal mondo interiore della persona alla realtà e che determina così il senso che viene dato a ciò che si vede.
Perciò questa tecnica non si basa su un tipo specifico di foto, ma sul collegamento tra una foto e il suo osservatore e lo “spazio” in cui ogni persona dà le proprie originali risposte a ciò che vede.
Questa tecnica può essere utilizzata da qualsiasi psicologo indipendentemente dall'orientamento di riferimento o approccio privilegiato.
La fotografia, grazie alla sua forte valenza simbolica e metaforica, rappresenta un catalizzatore non verbale per esteriorizzare un’emozione. Descrivendo e reagendo alle emozioni scaturite dalla foto si entra in contatto con forti emozioni e ricordi che sono solitamente celati da difese cognitive.
Le differenti tecniche che utilizzano la fotografia in consulenza psicologica, infatti permettono ai pazienti di baipassare i sistemi di controllo verbale conscio e allo stesso tempo permettono al loro linguaggio inconscio metaforico e simbolico di emergere.
Guardare una qualsiasi fotografia dà inizio in ogni osservatore a un processo associativo ed emozionale: è così che è possibile vedere una realtà tra le tante che sono contenute dentro i confini di quella fotografia. Questo avviene perché ogni immagine può contenere simultaneamente numerosi significati, è carica e/o caricabile emozionalmente.
Di fronte ad una fotografia creiamo ciò che vediamo attraverso il meccanismo della proiezione e dell’immaginazione.
Utilizzare la fotografia in consulenza psicologica significa utilizzare la proiezione visiva: il paziente, nel momento in cui è aiutato dallo psicologo a esplorare la costruzione e l’associazione dei significati e dei sentimenti che percepisce nell’immagine fotografica, proietta e decodifica i contenuti emozionali che derivano dall'immagine stimolo.
Scrisse K.Gibran : “L'aspetto delle cose varia a seconda delle emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma in realtà, magia e bellezza sono in noi".
Penso che l'uso delle fotografie in un percorso psicologico può aiutare i pazienti a entrare maggiormente in collegamento con il proprio vero Se.
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