L' argomento di cui parlo oggi ė un ambito molto delicato e inesauribile in un solo articolo. Con questo piccolo pezzo vi propongo una visione d'insieme sui disturbi del comportamento alimentare (DCA), che sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. L' esordio ė solitamente durante l’adolescenza e colpisce soprattutto il sesso femminile.
Vi sono vari tipi di disturbi alimentari e i comportamenti tipici di una persona che soffre di questo tipo di disturbo possono essere il digiuno, la restrizione dell’alimentazione, le crisi bulimiche (l’ingestione una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo, ovvero non riuscire a controllare cosa e quanto si mangia), il vomito autoindotto, l'assunzione impropria di lassativi e/o diuretici al fine di contrastare l’aumento di peso e l'intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.
Alcune persone possono ricorrere ad uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo alimentare.
I principali Disturbi del Comportamento Alimentare sono l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa; altri disturbi sono il Disturbo da Alimentazione Incontrollata) (o Binge Eating Disorder; BED), caratterizzato dalla presenza di crisi bulimiche senza il ricorso a comportamenti di compenso e/o di eliminazione per il controllo del peso.
Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona e di chi gli sta accanto: sembra che tutto ruoti attorno al cibo e alla paura di ingrassare. Cose che prima sembravano banali diventano difficili, motivo di forte ansia e preoccupazione. Situazioni come andare in pizzeria o al ristorante con gli amici o partecipare ad un compleanno o ad un matrimonio: a ogni genere di incontro legato al cibo diventa insostenibile. Spesso i pensieri sul cibo assillano la persona anche quando non è a tavola, ad esempio a scuola o sul lavoro.
Purtroppo solo una piccola percentuale di persone che soffre di un disturbo alimentare chiede aiuto. Perché?
Solitamente nell'anoressia nervosa questo può avvenire perché la persona all’inizio non si rende conto di avere un problema: l’iniziale perdita di peso può portare la persona a sentirsi meglio, a ricevere complimenti, a vedersi più magra, più bella e a sentirsi più sicura di sé. Di solito sono i familiari che, allarmati dall’eccessiva perdita di peso, si rendono conto che qualcosa non va, ma generalmente non vengono ascoltati. L' anoressia, specialmente quella adolescenziale, ė come un richiamo d'aiuto estremo, un urlo silenzioso che quando viene accolto, non viene facilmente accettato.
Anche chi soffre di bulimia nervosa si rivolge ad uno specialista solo molti anni dopo che il disturbo è cominciato: inizialmente non si ha la consapevolezza di avere un problema. Oltretutto, il senso di vergogna e di colpa possono frenare la persona nel chiedere aiuto o semplicemente di confidare a qualcuno di avere questo tipo di difficoltà.
Sia per chi mangia troppo che per chi mangia troppo poco una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di un disturbo alimentare è l’alterazione della propria immagine corporea. La percezione che la persona ha del proprio aspetto, cioė il modo in cui nella sua mente si è formata l’idea del suo corpo e delle sue forme, sembra influenzare la sua vita più della propria immagine reale.
Solitamente chi soffre di anoressia sembra non riuscire guardarsi in modo obiettivo: l’immagine che rimanda lo specchio è ai loro occhi quella di una persona coi fianchi troppo larghi e con le cosce troppo grosse. Per le persone che soffrono di bulimia l’angoscia può essere ancora più forte per il fatto che il peso normale è in genere considerato un peso abnorme e viene vissuto con forte disagio e vergogna. In entrambe i casi la valutazione di sé stessi dipende in modo eccessivo dal peso e dalla forma del proprio corpo.
Spesso il disturbo alimentare è associato ad altre patologie, come la depressione, ma anche i disturbi d’ansia, l’abuso di alcool o di sostanze, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi di personalità, talvolta accompagnati da comportamenti autoaggressivi. Questo tipo di disturbi occupano uno spazio molto particolare nell’ambito medico, poiché provocano un’intensa sofferenza psichica e coinvolgono anche il corpo, con complicanze fisiche talvolta molto gravi.
Come si può curare il DCA?
L’approccio multidisciplinare è indicato dal Ministero della Sanità e dalle Linee guida nazionali ed internazionali, come il più valido per la cura e la riabilitazione dei disturbi del comportamento alimentare. Ė importante la presenza di un’équipe composta da diverse figure professionali( medico, psicologo, dietologo, dietista ecc). Con questo tipo di disturbi ė essenziale considerare il sintomo come l’unico linguaggio, al momento possibile per il paziente, per esprimere e contenere il dolore.
Ė importante porre l’accento sull’accoglienza, sulla rielaborazione della storia della persona, con il recupero dei significati profondi espressi dal sintomo alimentare, sulla riorganizzazione dell’identità, sullo sviluppo delle sue potenzialità e sul cambiamento nel suo rapporto con il corpo e il cibo. L’obiettivo è far recuperare a chi soffre la fiducia necessaria per aprirsi al desiderio di guarire, favorire il confronto contenitivo con chi condivide gli stessi problemi ed essere seguiti in un percorso per nulla semplice.
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e curiosità, potete seguire la mia pagina Facebook mettendo " mi piace" alla pagina D.ssa Ernestina Fiore Psicologa o visitando il sito www.ernestinafiorepsicologocuneo.it, dove potete trovare anche i precedenti articoli della rubrica