Quello delle 11 di sabato 30 aprile prossimo sarà verosimilmente il suo ultimo Consiglio Comunale da vicesindaco di Sanfront. Terminato il quale, nei giorni immediatamente a venire, Silvio Ferrato, apprezzato libero professionista locale, 50 anni il 1 ottobre prossimo, sindaco del paese dal 2004 al 2009 ed attuale “numero 2” di Emidio Meirone si dimetterà dall’incarico, oltre che da assessore e consigliere comunale.
Non già per divergenze interne alla maggioranza (che le malelingue dicono comunque esserci), ma perché sarà proprio lui il futuro presidente della Casa di riposo “Ospedale di Carità” cittadino, al posto dell’esautorato Giancarlo Barra, uomo in quota all’ex sindaco Roberto Moine, cui molti in paese riconoscono il gran lavoro svolto in 7 anni di impegno al timone dell’Ente.
Un sacrificio vero e proprio, quello che Meirone ha chiesto al suo vice, 125 preferenze alle Amministrative del 2014. Che Silvio Ferrato, non proprio con il sorriso sulle labbra, avrebbe accettato di fare pur di riportare la pace all’interno di un Consiglio d’Amministrazione nominato quasi due anni prima e ben presto disgregatosi.
Un CdA che il sindaco Meirone (il grande responsabile di questo pasticciaccio) ha prima nominato sulla base della fiducia personale e di qualche promessa elettorale fatta evidentemente a cuor leggero e che ora si appresta ad azzerare (anche se si tratterà di un azzeramento “mascherato”) per essere venuto meno proprio il rapporto fiduciario.
Alla notizia manca quella certezza che soltanto l’ufficialità è in grado di dare, ma la percentuale che vuole Ferrato quale nuovo “numero 1” della struttura di Corso Marconi è davvero vicina, vicinissima al 90 per cento. Di certo, con le dimissioni di Ferrato, l’attuale maggioranza perde non solo quell’uomo in più che le aveva garantito una clamorosa affermazione elettorale, ma innegabilmente ed incontestabilmente anche il suo rappresentante più capace ed esperto. L’unico in grado di farle fare quel salto di qualità che in paese molti continuano fiduciosamente ad attendere.
Nulla si sa, al momento, a proposito dei nomi di quanti comporranno il resto della “squadra”. Ma è questione di ore.