Perchè sei partita per la Spagna?
Sono partita per l'Erasmus per sfidarmi, per sfidare i miei limiti e le mie paure.
Ho studiato al Liceo Classico di Cuneo e dopo il diploma mi sono iscritta a Matematica a Torino. Sono partita a fine settembre e rimarrò a Saragozza per nove mesi: fino a giugno.
Venni a conoscenza della possibilità che l'Università offre di poter svolgere un periodo di studio in un paese europeo altro da mia cugina, anni fa. Da quel momento, ascoltandola raccontare di quella meravigliosa esperienza, decisi che avrei provato anche io!
In realtà, tra il dire ed il fare, si sa, c'è di mezzo il mare, anzi, "un mare di coraggio".
In cuor mio desideravo buttarmi in una nuova avventura, ma conoscendomi, mai avrei pensato di avere davvero il coraggio di partire, di lasciare gli amici e la famiglia per così tanti mesi, seppur siano "solo" nove.
Come funziona il tuo Erasmus?
Ora seguo i corsi alla Faculdad de Ciencias de Zaragoza. In realtà, devo ammettere che l'Università funziona in maniera pressochè analoga a quella italiana: non ci sono grandi differenze. Il merito va sicuramente anche alla disciplina stessa, la matematica, che è un linguaggio universale, si fa ovunque nello stesso modo.
Il linguaggio nuovo, quello che mi mette più in difficoltà, invece, è lo spagnolo!
Non ho mai studiato spagnolo prima d'ora e lo sto imparando pian piano, partendo da zero, ma sebbene fosse la lingua, una delle cose che più mi spaventava, in realtà è semplicemente vivendo e lasciandomi trasportare da ciò che accade nella città e dalle moltissime persone che sto conoscendo, sia spagnoli che altri Erasmus che questo ostacolo ha smesso di farmi paura, anzi.
La gente, i compagni, i professori sono molto gentili e pronti ad aiutarmi in tutto. In particolare ho avuto la fortuna di conoscere due ragazze che mi hanno aiutata molto i primi giorni, quando tutto mi sembrava insormontabile, la lingua, la città, le amicizie..la nuova vita!
Quali sono i "pro" del tuo soggiorno a Saragozza...?
Vivere all’estero è meraviglioso! La possibilità di entrare nel vivo di una città straniera, di conoscerne le usanze, di adattarsi ai ritmi locali, agli orari... ti fa crescere molto, soprattutto nello spirito di adattamento, perchè ogni giorno sembra una sorpresa, nulla mi è familiare come a casa, in Italia.
Ogni giorno c'è qualcosa di nuovo che mi sorprende, qualcosa di nuovo che rende spaciale la giornata.
Altra questione che mi ha sorpreso piacevolmente del vivere lontano è l’interesse dimostrato da tutti quelli che mi scrivono messaggi per chiedermi "come è la vita qui" e per farsi raccontare qualcosa della mia esperienza. Ogni singolo messaggio, ogni telefonata qui ha più significato: in Italia non avrei dato a questi piccoli gesti la stessa importanza.
Poi ci sono le amicizie, quelle nuove: si creano dei bellissimi rapporti, soprattutto con gli altri studenti erasmus, perché essendo nella stessa situazione è più facile avere interessi e sentimenti in comune.
...Ed i "contro"?
Il "contro" è uno solo, ovvio: la mancanza!!
Sono una ragazza nostalgica e un po' malinconica: sento molto la mancanza della mia famiglia, degli amici, e da buona italiana, della cucina di mia mamma!
Non che qui non si mangi bene, anzi, ma stando lontano ti accorgi che dietro ad un semplice piatto di pasta in realtà si nascondono abbracci, chiaccherate e affetto (oltre che un sapore delizioso).
Devo ammettere, però, che avrei pensato che quest'esperienza mi sarebbe pesata molto di più, non mi manca molto altro, vivere a Saragozza non è niente male!
La bellezza della città, certo, mi aiuta anche a superare i momenti di tristezza, appena sento in arrivo una lacrimuccia o mi viene da chiedermi il perché ho fatto la pazzia di partire, una bella passeggiata per le vie del centro o per i parchi mi rimette in sesto.
E stento a riconoscermi quando penso alla possibilità di regalarmi un'altro Erasmus prima della laurea, o nel ritrovarmi ad immaginarmi in futuro a realizzare il mio sogni di insegnare, in un paese che magari non sarà l'Italia: chi può dirlo? "Work in progress"!!