Non solo Xylella. A tormentare l’agricoltura italiana è arrivato anche la Popillia japonica, scarabeo asiatico.
Dall’estate scorsa si susseguono gli avvistamenti nel Parco del Ticino e in altre zone tra Lombardia e Piemonte, segnalazioni che hanno spinto gli enti regionali a intervenire. Popolazioni del fitofago sono state rinvenute nei comuni di Pombia, Marano Ticino, Oleggio, Bellinzago, Cameri e Galliate, in provincia di Novara, su diverse essenze vegetali, quali olmo, pioppo, vite, nocciolo, gelso, quercia, soia, pomodoro, iperico, rovo, ortica, enotera, luppolo, salcerella, rosa canina e malva.
“Per i gravi danni che può arrecare è inserito tra gli organismi di quarantena di cui deve essere vietata l’ulteriore introduzione e diffusione in altre aree europee”, scrive Davide Michelatti, dirigente del settore fitosanitario della Regione Piemonte.
L'entomologo Alberto Alma dell'Università di Torino ha spiegato che si tratta di una specie polifaga, dannosa su oltre 100 piante, sia spontanee che coltivate, in ambito agro-forestale e ornamentale. Sono riportate segnalazioni a carico di alberi da frutto (pomacee, drupacee), vite, nocciolo, piccoli frutti, colture di pieno campo (mais, soia, erba medica) e ortive (pomodoro, fagiolo, asparago, zucchino).
Il danno causato dagli adulti è costituito da erosioni più o meno intense a carico delle foglie (sono risparmiate in genere le nervature), dei fiori e anche dei frutti. Per via di uno spiccato comportamento gregario è possibile trovare decine o centinaia di coleotteri su una singola pianta o su un gruppo di piante vicine intenti a nutrirsi, causando gravi danni in brevissimo tempo, mentre altre piante della stessa specie, pur se collocate a poca distanza, risultano indenni. Le larve, invece, si nutrono a carico delle radici, preferibilmente di graminacee.
Il fitofago può essere contenuto tramite trattamenti insetticidi. Su colture agrarie e in vivaio, contro gli adulti potrebbero essere utilizzate sostanze attive, per contatto o ingestione, riportanti in etichetta i coleotteri fra gli insetti bersaglio. Nella lotta microbiologica purtroppo si riscontrano grossi limiti nella pratica dovuti alla produzione di formulati efficaci, alle condizioni particolari di distribuzione ed ai costi elevati per il trattamento.
Il ciclo biologico della Popillia si compie in un anno, con svernamento allo stadio larvale. Gli adulti compaiono nei mesi estivi, con raggiungimento del picco di popolazione intorno a metà-fine luglio, e vivono in media 4-6 settimane. Dopo essere emersi dal terreno si spostano sulle piante ospiti dove iniziano immediatamente a nutrirsi e ad accoppiarsi, preferendo le esposizioni soleggiate.
Le femmine, nell'arco della loro vita, depongono circa 40-60 uova nel terreno, privilegiando in genere i prati umidi di graminacee. Una volta schiuse le uova, le larve si alimentano a carico delle radici. Nei mesi invernali la popolazione, composta in prevalenza da larve di III età, staziona nel terreno ad una profondità variabile tra i 10 e i 25 cm.