Il 20 febbraio 2012 veniva inaugurata la tratta autostradale da Sant'Albano Stura a Cuneo-Ronchi. Avrebbe dovuto rappresentare una data storica: finalmente Cuneo “rompeva l’isolamento” collegandosi alla rete autostradale nazionale. Quel doppio nastro di asfalto lungo 14 chilometri costruito sul greto del fiume Stura, costato 300 milioni di euro, avrebbe accolto un nugolo di auto, furgoni, camion, attratti anche dalla gratuità del tratto Ronchi-Bonbonina. Questo ritenevano i tanti sostenitori dell’opera. La realtà malinconica è che dalle 14 (!) porte d’accesso a Castelletto passano in tutto tre o quattro mezzi al minuto (nelle ore di punta).
Le previsioni erano completamente sballate. L’errore è costato un’enormità in termini ambientali, con la compromissione irreversibile dell’equilibrio di un delicato ambiente fluviale. È ormai evidente che la soluzione alternativa della superstrada Cuneo-Fossano-Tagliata sarebbe stata ben più utile, costando centinaia di milioni in meno.
La mancanza di utenti mette in crisi anche il conto economico dell’appaltatore, l’impresa della famiglia Gavio, che cerca in tutti i modi di ritardare la costruzione del tratto mancante della Asti-Cuneo, quello che dovrebbe completare il collegamento tra Cherasco e Alba.
Della cosiddetta tangenziale di Cuneo, per fortuna, non si parla più: ormai è chiaro che resterebbe deserta come la Ronchi-Sant'Albano Stura, non risolverebbe alcun problema e anzi ne creerebbe di nuovi.
Gavio ha contato di poter sfruttare l’articolo 5 dello Sblocca Italia, che prevede la possibilità di accorpare le concessioni autostradali e di allungarne le scadenze. È però intervenuto con decisione il commissario dell’anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha reso evidenti le distorsioni che quell’articolo può comportare, ma intanto ha chiarito che “...le richieste di modifica del rapporto concessorio richiedono espressamente la realizzazione di nuovi investimenti da parte dei concessionari, che restano comunque tenuti alla realizzazione degli investimenti già previsti nei vigenti atti di concessione”. Non c’è scappatoia per Gavio che è tenuto a far fronte ai suoi impegni, e quindi a completare l’autostrada, senza pretendere altro.
Le amministrazioni pubbliche (Comuni, provincia, Regione) possono ora prendere atto della situazione e pretendere da Gavio il completamento del tratto Cherasco - Alba (il cosiddetto Roddi-Diga Enel), cercando di ridurne al minimo l’impatto e cancellare definitivamente la tangenziale di Cuneo, oggetto di un accordo successivo alla primitiva concessione, destinando alla viabilità ordinaria i relativi investimenti previsti.
Pro Natura Cuneo - Il presidente Domenico Sanino



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