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Agricoltura | 29 novembre 2014, 08:51

Pulizia degli argini e degli alvei fluviali: le norme in Piemonte

La gestione ambientale dei canali e dei corsi d’acqua è considerata come un sistema di interventi che integrano l’aspetto ambientale e la sicurezza per gli insediamenti e le popolazioni contro il rischio di alluvioni

Pulizia degli argini e degli alvei fluviali: le norme in Piemonte

La gestione ambientale dei canali e dei corsi d’acqua è considerata come un sistema di interventi che integrano l’aspetto ambientale e la sicurezza per gli insediamenti e le popolazioni contro il rischio di alluvioni. Ci sono molte esperienze che dimostrano come sia necessario governare le situazioni di rischio idraulico attraverso progetti integrati di gestione ambientale che hanno la finalità di rallentare l’impeto delle acque negli eventi di piena.

Spesso i corsi d’acqua non regolarmente percorsi da deflusso idrico sono colonizzati da una densa vegetazione arborea ed arbustiva fino a diventare un vero e proprio popolamento d’alto fusto. In caso di piena questi popolamenti tendono a creare sbarramenti temporanei il cui cedimento improvviso porta alla formazione di pericolose ondate. Tale situazione non è però correttamente risolta tramite un taglio raso di pulizia complessiva di tutta la vegetazione a intervalli temporali non predefiniti, che comporta un aumento nella velocità del corso d’acqua in caso di piena. Gli interventi della manutenzione in alveo devono invece prevedere una serie di operazioni che mirano a mantenere o ripristinare l’originaria funzionalità, qualità ed efficienza di una pendice o di un corso d’acqua.

La Regione Piemonte ha pubblicato con DGR n. 38-8849 del maggio 2008 gli “Indirizzi tecnici in materia di manutenzioni e sistemazioni idrogeologiche e idraulico forestali”, nelle quali si possono trovare nel dettaglio gli interventi opportuni per una corretta gestione.

In particolare è importante osservare che i tagli di gestione devono essere condotti secondo precise regole selvicolturali, che non sono riconducibili ad un semplice taglio raso. Si deve distinguere l’intervento effettuato sulle sponde dell’alveo e l’intervento in alveo inciso.

A) lungo le sponde: il taglio raso comporta l’eliminazione della funzione trofica svolta dalla vegetazione, la scomparsa di vita per una ricca fauna e l’aumento delle radiazioni incidenti con conseguente danno per i pesci, la mancata funzionalità della vegetazione nel frenare l’azione erosiva dell’acqua e nel controllo dei regimi idrici; la vegetazione concorre infatti alla stabilizzazione dei terreni sciolti attraverso l’azione delle radici e rallenta la velocità di scorrimento a condizione che la sezione d’alveo sia sufficiente a smaltire la portata di piena. In definitiva il taglio raso è da evitare a favore di una evoluzione verso popolamenti specializzati adatti alle condizioni ed esigenze di alveo, sponde e aree golenali.

B)  entro l’alveo inciso: è necessario garantire la sezione minima di deflusso attraverso il taglio e l’allontanamento di alberi ed arbusti presenti nella fascia di alveo di magra, taglio selettivo delle alberature con eliminazione delle piante eccedenti un diametro prefissato, periodiche operazioni di ceduazione.

Sono ammesse in generale operazioni che consentano il taglio della vegetazione ostacolante il libero deflusso delle acque con fasce di discontinuità di almeno 1000m. La vegetazione deve presentare come caratteristica principale la flessibilità, decrescente con altezza e densità delle piante, in quanto durante il deflusso delle acque si piega e riduce la sua altezza contribuendo al diminuire alla velocità della corrente, ma rimanendo ancorata al terreno non crea sbarramenti.

In conclusione è bene essere al corrente che la pulizia degli alvei e la corretta gestione si attua attraverso un attento e preparato percorso di manutenzione, seguito da tecnici specializzati in grado di scegliere con oculatezza gli interventi necessari.

 

cs

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