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Eventi | 26 maggio 2014, 14:59

Cuneo, al cinema Monviso: Manaslu, 8163 m: il tentativo alla montagna dello spirito

Il 6 giugno gli alpinisti cuneesi Alice Cavallera e Alberto Pacellini raccontano attraverso immagini e fotografie la loro avventura sull’ottava montagna più alta del mondo in una serata al cinema Monviso

Cuneo, al cinema Monviso: Manaslu, 8163 m: il tentativo alla montagna dello spirito

Il 6 giugno gli alpinisti cuneesi Alice Cavallera e Alberto Pacellini raccontano attraverso immagini e fotografie la loro avventura sull’ottava montagna più alta del mondo in una serata al cinema Monviso.

Un’avventura durata un mese e mezzo, in Nepal, sulle pendici dell’Himalaya, iniziata con lo scopo di realizzare un sogno: raggiungere la vetta del Manaslu, l’ottava montagna più alta del mondo con i suoi 8.163 metri d’altezza. Gli alpinisti cuneesi Alice Cavallera e Alberto Pacellini racconteranno la loro ultima spedizione in Nepal venerdì 6 giugno, alle 21, nel corso di una serata al cinema Monviso di Cuneo. Lo faranno attraverso un video, in cui hanno condensato i
momenti più belli ma anche quelli più difficili del loro viaggio, e attraverso una serie di fotografie scattate durante l’ascesa della vetta che i nepalesi chiamano “la montagna dello spirito”. L’appuntamento è a ingresso gratuito e gode dei patrocini del Coni, del Comune di Cuneo – Assessorato allo Sport e del Club Alpino Italiano.

Il “sogno ad alta quota” di Alice Cavallera e Alberto Pacellini iniziò nei primi giorni di settembre, quando i due alpinisti arrivarono a Kathmandu. Dalla capitale del Nepal si spostarono verso Dharapani, nella valle Marshyangdi, per poi raggiungere il campo base del Manaslu, a 4.850, dopo una serie di trekking di avvicinamento. Giunti alle pendici della montagna himalayana, i due cuneesi iniziarono l’ascensione, durante la quale allestirono quattro campi d’alta quota, rispettivamente a 5.800, a 6.200, a 6.800 e a 7.450 metri.

Proprio quando giunsero al campo quattro, in ottime condizioni fisiche e mentali e pronti all’ultimo sforzo per raggiungere la vetta, gli alpinisti furono costretti ad un’amara rinuncia a causa di una violenta bufera di vento e neve che impose sia a loro che alle altre cordate di scalatori giunti sino a quel punto di rientrare al campo base e di dire addio alla cima. I giorni a disposizione per portare a termine la spedizione erano infatti esauriti: non c’era più tempo per un secondo tentativo.

La conclusione del loro viaggio non toglie però fascino all’avventura che hanno vissuto sull’Himalaya. Un mese e mezzo trascorso in uno dei luoghi più impervi e al tempo stesso incantevoli del mondo, in un paesaggio che da verde e rigoglioso diventava gradualmente “lunare” e con le montagne più alte del mondo che osservavano imperiose il loro cammino tra ripidi pendii ed enormi seracchi.

I due cuneesi si erano preparati a fondo per questa avventura, grazie all’ottimo lavoro del loro preparatore atletico Silvano Cosentino. Un ringraziamento particolare va anche a Fattorie Osella, 3mastudio, Namasté, Ravaschietto Sport, Nikon , Botteroski e Cavallera Costruzioni Edili, grazie al loro supporto è stata resa possibile la spedizione.

Alice Cavallera
Nata l’8 novembre 1983, vive a Borgo San Dalmazzo (CN) e lavora da sette anni come infermiera all’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo. È socia del Cai cuneese e dal 2010 ne è diventata Istruttrice sezionale di alpinismo. Fa parte della XV Delegazione Alpi Marittime del Soccorso Alpino e speleologico. Nel 2011 ha scalato il Kedar Dome (6.821 metri, India).
Alberto Pacellini
Nato il 25 luglio 1982, vive a Borgo San Dalmazzo ed è un architetto. È socio del Cai dal 1998. Nel 2005 è diventato Istruttore sezionale di alpinismo e ha poi
raggiunto il grado di Istruttore regionale nel 2008. Dal 2012 è anche Istruttore di scialpinismo. Fa parte della XV Delegazione Alpi Marittime del Soccorso Alpino e speleologico. Ha scalato l’Aconcagua (6.962 metri, Argentina) nel 2008, il Kedar Dome (6.821 metri, India) nel 2011 e il Muztagh Ata (7.546 metri, Cina) nel 2012.

Il Manaslu

Il Manaslu (8163 metri) è l’ottava montagna più alta del mondo. Fa parte della catena montuosa del Mansiri Himal, conosciuto anche come Gurkha Massif, nell’Himalaya centro–occidentale in territorio nepalese. Si trova a un centinaio di chilometri da Kathmandu. L’area in cui sorge è delimitata da imponenti corsi d’acqua: il fiume Marsyangdi, il Dudh Khola il Burhi Gandaki e il Sringi Himal, che confluiscono nel Gandaki, a sua volta affluente del Gange.
A Sud-ovest il Manaslu confina con il massiccio dell’Annapurna. In soli 30 chilometri si passa dai 1000 metri della valle del Marsyangdi agli 8163 metri della vetta del Manaslu.
Manaslu, in sanscrito “Manasa”, definisce l’anima nel suo manifestarsi  intellettivo, per questa ragione la traduzione più diffusa è “la montagna dello spirito”. I tibetani chiamano il Manaslu “Kutan”, che significa “Posto piatto”.Il Manaslu è considerata la montagna dei Giapponesi in quanto la prima spedizione alpinistica, nel 1951, fu organizzata da uno scienziato giapponese,
Kinji Imanishi. Il tentativo di questa spedizione fallì, ma venne definita quella che oggi è la “via normale” di salita. Solo nel 1956, dopo numerosi tentativi da parte di diversi gruppi di alpinisti, il giapponese Toshio Imanishi e il suo sherpa Gyaltsen Norbu raggiunsero la vetta il 9 maggio. La prima scalata invernale fu completata il 12 gennaio 1984 dai polacchi Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski.

c.s.

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