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| 26 giugno 2013, 07:45

Non solo Peppino di Capri, ma anche Monica di Cuneo fa una dedica a Saint Tropez

Non solo Peppino di Capri, ma anche Monica di Cuneo fa una dedica a Saint Tropez

Un paio di giorni fa è morto, per un malore, Gigi Rizzi. Ma chi era Gigi Rizzi ?, si chiederanno i più giovani.

E' stato uno dei play boy italiani più famosi negli anni a cavallo fra i '60 e i '70, uno che con il suo modo di essere, ma di fatto, con niente, quando bazzicava in Costa Azzurra, ha saputo far innamorare di sé alcune delle donne più belle di quegli anni. Lo ricordo in una recente intervista televisiva in un canale francese mentre, improvvisamente commosso e con le lacrime agli occhi, ricordava la sua brevissima liason con Brigitte Bardot in quel di Saint Tropez.

Ecco, Saint Tropez, un villaggetto di pescatori, che si visita, a dir tanto, in un paio di orette, proprio grazie a BB, che nel 1958 vi acquistò una villa sperduta nella natura, La Madrague, è diventata una meta visitata da migliaia di turisti ogni estate.

La scrittrice Colette diceva che quando si ritirava nel paesino (negli anni 1925-1939) era solo questione di decidere se “andare a fare una passeggiata o una nuotata, se bere vino bianco o rosé, se vivere una lunga giornata o una lunga nottata”. Se si vuole, è ancora così oggi. Consapevoli, se decidiamo di farci un salto nei mesi clou estivi, di metterci il cuore in pace e considerare inevitabili lunghe code in auto per arrivare fino in città (la strada è una, stretta, trafficatissima) e altro tempo non quantificabile per trovare parcheggio, a meno che, dopo lunghi e ripetuti soggiorni in loco, si venga a conoscenza di una serie illimitata di strette stradine alternative che, attraversando luoghi mozzafiato da tanta bellezza, possono risolvere in parte il problema del traffico. Ma quando si è lì, bisogna godersela, e fingere per un po' di essere tornati indietro negli anni in cui, invece di Victoria Beckham o della Victoria Silvsted (che da noi è sparita – per fortuna, mentre in Francia è dovunque in tv) ci si poteva imbattere in Jean Cocteau, Alain Delon, Roger Vadim (che, in un certo senso, è ancora lì, essendo sepolto ai piedi della Citadelle).

Sul porto si affacciano ancora gli stessi locali di allora, il Cafè Senequier dove più volte abbiamo visto l'ex presidente francese Jacques Chirac (che ogni estate trascorre le vacanze nella villa poco lontana dell'amico miliardario François Pinault) a godersi il passaggio delle belle ragazze, o Le Gorille. Attraversando le strette viuzze dove accanto ai negozietti culto di Saint Tropez come K.Jacques che produce e vende i famosissimi sandali di BB, les spartiates tropezienne, anche su misura (non economicissimi, bisogna dirlo), si trovano le firme internazionali del lusso, si arriva fino a Places Des Lices. Qui, il martedì e il sabato, migliaia di turisti si ritrovano per il mercato, dove ci si imbatte in un po’ di tutto: vestiti, prodotti alimentari tipici del territorio, brocanté. I prezzi, come è facile immaginare, sono decisamente cari, ma si possono reperire pezzi più rari, belli e curiosi dei mercatini che siamo soliti frequentare. Sempre in questa piazzetta, quando è libera dagli ambulanti, la fanno da padrone gli abitanti del posto che si confrontano, all’ombra di antichi platani, in lunghe partite alla petanque, riportando la dimensione della piccola città alle sue origini, in contrapposizione al glamour che si respira solo qualche isolato più in là. Poco lontano, la pasticceria originale dove fu creata la famosa tarte Tropezienne. Una bomba cremosa da milioni di calorie, buonissima, da provare almeno una volta nella vita. Ed imprescindibile resta la foto-ricordo davanti alla Gendarmerie, resa famosa dai film con Luis De Funes. L’ex caserma è all’ingresso della città, ormai abbandonata da tempo e con le insegne irrimediabilmente scolorite dal tempo, ma non troverete mai, anche solo un istante, il portoncino libero da chiassosi turisti che si fanno immortalare a ridosso di quella costruzione diventata tanto celebre nel mondo della celluloide.

Tutta l'area che circonda Saint Tropez è molto bella. Selvaggia per chilometri e chilometri, merita percorrere le strade che corrono in mezzo a vigneti, che daranno vita agli ottimi rosè tipici della zona, a lenta andatura, con i finestrini dell'auto totalmente abbassati per godere del frinire delle cicale che ricordano che siamo in estate, e che ce la dobbiamo godere in fino in fondo. Per arrivare a villaggetti tranquilli e foresti come Ramatuelle, che d'estate ospita un rinomato festival teatrale, ma che deve la sua notorietà al fatto di essere stato il luogo dove l’attore Gérard Philipe amava rifugiarsi. E dove volle essere sepolto alla sua morte nel 1959, ad appena 37 anni: "Breve come un sospiro", luogo in cui si può ammirare uno dei paesaggi più struggenti della zona. E poi le lunghissime spiagge dove a volte fanno tappa i "vip" - per chi interessa il genere – che ci arrivano direttamente in elicottero, come La Pampelonne, o La Voile Blanche. O spiaggette un po' imboscate, come Les Salins. Che ha anche un rustico ristorantino, proprio sulla punta del capo e dove si può davvero immaginare cosa può essere la nostra prossima vita nel caso capitassimo in paradiso: menù a base di ottimo pesce, freschissimi vini rosè da gustare all’ombra di un grande parasole, nelle orecchie solo lo sciabordio del mare e con i piedi, letteralmente, a bagno nell'acqua tiepida.

Detto questo non so se sarò ancora qui la prossima settimana a scrivere la “Contro copertina” del mercoledì oppure, contagiata da tutte queste belle sensazioni che ho ricordato, già in vacanza a Saint Tropez…





















Monica Bruna

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