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| 10 aprile 2013, 08:14

Nella ricetta del buonumore, sicuramente non può mancare il riso

Nella ricetta del buonumore, sicuramente non può mancare il riso

Persone speciali ci aspettano in tv, tutte le sere, alle 20,15 su RAI 3. E' un appuntamento con due fra i più grandi comici di tutti i tempi, Stan Laurel e Oliver Hardy. Geni assoluti, capaci di strappare risate a differenti generazioni di spettatori, con la loro arte sempre sottile, mai volgare, che sapeva attingere ai difetti più comuni, parodiandoli e rendendoli quasi simpatici.

Arthur Stanley Jefferson (1890-1965) e Oliver Norvell Hardy (1892-1957) si incontrarono casualmente sul set nel 1917, ma iniziarono il loro sodalizio artistico dieci anni dopo. Due personalità molto differenti fra di loro, anche nella vita reale. Laurel pignolo, maniaco della precisione, era la vera mente delle gag comiche. Hardy (detto “Babe”, bimbo, per il suo aspetto pacioccone) era invece più vanesio, distaccato, mondano. Al termine delle riprese, infatti, Stanlio stava ancora ore e ore a controllare i filmati, mentre Ollio mollava tutto e se ne andava a giocare a golf.

“Due piselli in un baccello” (da una loro battuta), erano Stanlio e Ollio (conosciuti in Italia anche come Crik e Crok), che si compensavano reciprocamente in maniera perfetta. Hardy pareva essere la “persona seria” mentre Laurel passava come il “pasticcione”, ma poi, di fatto, le loro vicende finivano a catafascio grazie ad entrambi. Le loro comiche, infatti, avevano la caratteristica di finire sempre malissimo. Da uno spunto insignificante, l'epilogo che ne seguiva era inevitabilmente catastrofico, e ben poco ci poteva fare Ollio, con i suoi sguardi rassegnati dritti verso la cinepresa a cercare complicità e compassione con lo spettatore – cosa assolutamente vietata dalle regole del cinema, ma che Hardy trasgredì facendone una delle sue peculiarità risultando addirittura un’intuizione geniale.

Le storie erano semplici, quotidiane oppure straordinariamente surreali. Attingevano dalla realtà della vita coniugale, con le varianti: le mogli potevano essere donne “vere”, quasi sempre delle arpie che li sottomettevano e li comandavano a bacchetta, o loro stessi “in travestì”, ma in questo caso non erano volgari, anzi incredibilmente plausibili. Oppure erano i bambini di se stessi, Stanlino e Ollino, che finivano per allagare una casa ricostruita sul set in scala decisamente sproporzionata e creata ad effetto per incrementare a dismisura l’effetto esilarante della situazione.

Ma meglio si trovavano quando la convivenza era limitata a loro due. In un periodo in cui vigeva il cosiddetto “codice Hays”, ovvero una serie di regole che per molti decenni ha governato e limitato la produzione del cinema negli USA, dettate da un moralismo ferreo, che ad esempio imponevano che le coppie giacessero in letti separati, Stanlio e Ollio invece andavano spesso a dormire nel lettone matrimoniale. E nessuno ha mai pensato che sotto sotto ci potessero essere dei fraintendimenti omosessuali. Perché loro erano puri, come bambini.

Ai due piaceva molto cantare. Le loro voci originali però non corrispondevano a quelle degli storici e straordinari doppiatori italiani, Alberto Sordi per Ollio e Mauro Zambuto per Stanlio: Hardy aveva un tono tenorile, mentre Laurel raggiungeva tonalità bassissime. E indimenticabili sono anche gli intermezzi di balletto che hanno reso immortali alcuni film, come I fanciulli del West o I diavoli volanti, in cui Ollio si muoveva con una leggerezza straordinaria.

Stanlio e Ollio erano veramente amici e si stimavano reciprocamente anche nella vita privata, che fu piuttosto complicata soprattutto per Stan, il quale si sposò sei o sette volte. Più tranquillo Hardy, che limitò i suoi matrimoni a due soltanto. Ma loro restarono uniti fino alla fine, quando ormai non recitavano più. Ollio se ne andò per primo, e Stanlio gli sopravvisse ancora per qualche anno. Il suo senso dell'umorismo lo accompagnò fino alla fine.

Narrano le cronache che una delle sue ultime frasi fu una battuta rivolta all'infermiera che gli stava preparando un'iniezione: “Andrei volentieri a sciare.” “Oh, mister Laurel, lei scia?”. “No, ma piuttosto di farmi fare quella lì, altroché se ci andrei”.

Monica Bruna

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