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| 18 gennaio 2012, 09:00

Pollopoli, un fenomeno interessante di alcuni decenni fa tutto cuneese e che sicuramente non faceva ridere i polli...

Per i cuneesi è stata un'istituzione, soprattutto per i bambini che l'hanno visitato a migliaia, con le gite scolastiche e con le famiglie

Pollopoli, un fenomeno interessante di alcuni decenni fa tutto cuneese e che sicuramente non faceva ridere i polli...

Metti una sera a cena con tre coppie. Le metà femminili si sono trasferite a Cuneo “per amore”. Chi da lontano, dalla Sardegna e dalle Marche, e chi da un po' più da vicino, “solo” da Torino, la sottoscritta.

Il discorso cade casualmente su POLLOPOLI. Le tre “straniere” in coro: che cosa diamine è “pollopoli”?

I tre autoctoni ne parlano quasi con le lacrime agli occhi: “ci chiedete che cos'è Pollopoli?”. Per i cuneesi è stata un'istituzione, soprattutto per i bambini che l'hanno visitato a migliaia, con le gite scolastiche e con le famiglie, quando dopo esserci stati con le scuole, vi trascinavano entusiasti anche i genitori. Tutti ci sono stati, dal 1981, anno in cui Pollopoli vide la luce, fino alla metà degli anni '90.

Artefice del fenomeno fu l'allevatore Arnaldo Calissano, scomparso da pochi mesi, che creò dal nulla a Tetti Pesio, pochi chilometri da Cuneo, uno di quei fenomeni che, con poco, riescono però ad essere talmente geniali da catalizzare l'interesse anche di chi viene da fuori. Da tutt'Italia infatti arrivarono a visitare l'allevamento, che contava centinaia di pennuti, fra galline, oche, anatre ed altro. Il suo fondatore certamente doveva essere un guru del marketing ante litteram. Portò Pollopoli da Enzo Tortora, nella sua trasmissione televisiva “Portobello”, che ai tempi aveva un'audience da capogiro. Quindi una serie di iniziative che ebbero al tempo grande successo, anche se ora, e per uno straniero, il tutto sembra quanto meno assurdo.

Fra quelle che sono ricordate con grande nostalgia di chi ha vissuto quei tempi gloriosi si possono annoverare l'elezione del “gallo sindaco”, il monumento al pollo, il festival dell'oca in tour. Poi anche concerti, spettacoli teatrali, serate gastronomiche, e tanto altro, tutto sempre molto pubblicizzato sui giornali locali.

Questo aspetto “ludico” di Pollopoli nascondeva anche qualcos'altro. A Tetti Pesio Calissano aveva anche fondato una comunità di recupero di giovani con problemi di droga, per i quali andavano anche i ricavati del “Festin 'd San Martin” nel mese di novembre.

A noi tre è rimasto il rimpianto di non aver potuto visitare il “mitico” luogo. Sembrerebbe che là dove sorgeva Pollopoli non ci sia più nulla. Neanche un cippo commemorativo, una piccola targa ricordo.

Quella sera poi si passò a parlare anche di altri fenomeni nostrani per noi “straniere” incomprensibili: il campeggio della Bisalta, quello dove ogni estate miriadi di cuneesi emigrano con grande entusiasmo come se fossero in vacanza alle Maldive (ma di questo ho già raccontato), e di Attilio Mussino che il paese di Vernante ha battezzato e celebrato come “lo zio di Pinocchio “ .

Monica Bruna

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