D'autunno pullulano le sagre paesane. Da quelle enormi che attirano migliaia di persone, a quelle piccolissime, in paesini sconosciuti che celebrano il loro prodotto autoctono. Nella Granda la “Fera d'la Madona” di Vicoforte Mondovì è una delle più famose ed affollate – si parla addirittura di centomila di visitatori – e si dipana nell'area che circonda il famoso Santuario dedicato alla Madonna. Mi è capitato di andarci qualche anno fa, quando non sapevo neanche che esistesse. Fu uno choc. Centinaia di bancarelle con i prodotti più disparati: gastronomia, vestiario (di tutti i tipi, compresi quelli di tipo paramilitare), animali, macchine agricole ed automobili, oggettistica, insomma tutto. Visitatori soprattutto di tipo rurale, che si possono vedere solo in eventi del genere, interessatissimi, solitamente degli “aficionados” che guai se gli togliessi la fiera: non potrebbero sopravvivere senza. I Trelilu gli hanno anche dedicato una canzone, tanto per capire la portata dell'evento. Un'esperienza che personalmente non ripeterò più.
Mi sono invece più congeniali le sagre dedicate a qualche prodotto o specialità gastronomica tipica del luogo. Non penso sia rimasto nulla di commestibile che non sia stato accaparrato da qualche pro-loco come spunto per organizzare una sagra. Puciu, porri, aglio, persino il caco – uno dei frutti più impopolari che esistano – godono di minimo una giornata tutta consacrata alla loro glorificazione. Vere manifestazioni popolari, che se ben organizzate, offrono la possibilità di immergersi nella cultura e nelle tradizioni locali, condividendone lo stile e il ritmo di vita quotidiana. In accordo con la filosofia “Slow Food”, sono un'occasione per scoprire le radici dell'agricoltura locale, quando lo è. Visto che ci si è accorti che questo genere di cose “tira”, non mancano i casi in cui la fiera o la sagra siano imbastardite con prodotti che con il paese che organizza non c'entrano niente. Se ci fate caso, quanti salamini rancidi o formaggi standardizzati sono proposti nelle bancarelle che si presentano sempre uguali che sia una fiera del nord o del sud, dell'est o dell'ovest? Nulla in contrario che possa fare capolino nell'ambito dell'aglio di Caraglio un lardo di cinta senese, ma che sia VERO lardo di cinta (anche se non vedo tanto il nesso) e non un lardo farlocco. Il settore enogastronomico è una delle più importanti risorse economiche italiane e se ben organizzato – vedi “Cheese” a Bra – sono un catalizzatore di interesse, anche internazionale, e di conseguenza di denaro cui il nostro paese non può fare a meno. Tanto alla gente piace mangiare, ed è disposta anche a fare qualche piccolo sacrificio pur di sedersi ad un tavolo e trovarsi di fronte un piatto con qualcosa di succulento ed un bicchierino di vino.
Un altro tipo di fiera che va molto dalle nostre parti sono quelle settoriali, per lo più dedicate ai macchinari agricoli. Anche qui, ci sono andata solo una volta. Non mi interessava tanto vedere dei trattori o delle mietitrici, quanto il tipo di persone che vanno a questi eventi. Una pura curiosità antropologica, direi. Infatti i frequentatori sono persone che si possono vedere solo qui. In genere contadini con le vere facce da agricoltore che, chi vive in città, crede non esistano neanche più. Quelle facce che si vedevano nei documentari della tv in bianco-nero anni '60, rimaste sempre uguali anche dopo un cinquantennio. A Cuneo due grandi eventi continuano ad avere un enorme successo. Sono la Grande Fiera d'Estate, un'imponente vetrina per tante aziende di produttori locali, e la Fiera del Marrone, in concomitanza della quale si svolge l'originale “Adunata degli Uomini di Mondo”, annuale ritrovo per tutti coloro che hanno fatto il militare a Cuneo – e del quale parlerò più ampiamente fra qualche settimana. Una novità degli ultimi anni, infine, sono le “mangiuma mentre spasseggiuma”: itinerari campestri con punti di ristoro dove si possono gustare specialità del posto e assaporare vini con i bicchieri appesi al collo. Questa la trovo un'idea veramente carina, anche se al secondo dolcetto/barbera si deve fare molta attenzione a non rotolare giù da qualche collina langarola!