La Piazza Centrale di Trinità era stracolma di gente. Il “Gemelle Nete Pride”, giunto alla sua terza edizione, ha visto la sua apoteosi ieri sera. Uno spettacolo bello, ben organizzato e ricchissimo di canzoni e divertimento. Nate nel 1911 – e dunque si è festeggiato anche il loro centenario – Neta e China Costamagna, vissute per tutta la vita a Trinità, hanno conosciuto una notorietà improvvisa ma vastissima - anche grazie al mezzo televisivo - in tarda età.
Accompagnandosi con la chitarra e il banjo (o a volte con il mandolino) hanno contribuito a diffondere, anche all'estero, canzoni della tradizione di tutte le regioni italiane, che loro malgrado piemontesizzavano interpretandole con la cadenza tipica delle nostre parti. Lo spettacolo, filmato da un cameraman di eccezione, l'artista di Manta Ugo Giletta, e presentato dall'effervescente Piero Dadone, un vero “Netologo” che ha anche dedicato un libro alle Gemelle, è stato aperto da una telefonata in diretta di Renzo Arbore, il loro mentore a livello nazionale, dopo che Carlin Petrini le aveva fatte conoscere per la prima volta al Club Tenco nei primi anni '80.
Da qui in poi è stato un crescendo di artisti che si sono alternati nell'interpretare, ognuno col proprio stile musicale, i cavalli di battaglia delle Nete. Ad aprire il coro degli alpini di Trinità-Bene Vagienna, quindi i Mandolinisti di Peveragno (che si sono definiti così peveragnesi da avere la testa “a forma di frola”), Giorgio Conte con Lorenzo Marino e Walter Porro a cantare la “Casetta in Canadà” che diventa “in Trinità”. Poi i Brobi's Brothers dell'ex ministro Domenico Comino, i cultori per eccellenza delle Nete ”Canzoneteatro”, ovvero Ada Prucca e l'avvocato Giancarlo Bovetti, e “Fiorin Fiorello” rivisitato alla ghironda dai Gai Saber.
Il trombettista Joe Vacchetta ha entusiasmato tutti con il suo “Cielito Lindo”, poi i rockettari Saint Rock Straight Chestnut – ovvero i “San Rocco Castagneretta” – e l'Ensemble “Istituto Baravalle” di Fossano. Quindi il barone-architetto (una rivelazione) Gianfranco Bijno con due canzoni degli anni '30. L'attore Mario Brusa, accompagnato dal fisarmonicista storico delle Nete Vanni Viglietti, è intervenuto con due intermezzi di canzoni recitate, alla sua maniera, fra cui “Torna piccina”. Gran finale con Gianmaria Testa, in versione seria con “Parlami d'amore Mariù” e con “Malafemmena” insieme a Pippo Bessone dei Trelilu che l'ha traslata in piemontese trasformandola in “Mala Fumna”.
I Trelilu si sono infine cimentati con la Banda Osiris nella “Bela Bergera” in un finale travolgente che alla fine ha riunito sul palco tutti gli artisti che hanno partecipato alla serata. Grande successo fra il pubblico, che era stato coinvolto nel cantare le canzoni con il “Neteoke”, e grande divertimento anche per le autorità che hanno assistito allo spettacolo dalle prime file, fra i quali la presidente della Provincia Gianna Gancia, l'assessore regionale Federico Gregorio, i rappresentanti delle banche Beppe Ghisolfi e Gianfranco Miglio.