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Attualità | 30 maggio 2011, 16:40

Maria Luisa Busi a Collisioni: “In Italia è esploso il conflitto d’interessi”

Le notizie mai raccontate sostituite dallo sciocchezzario e dalle clave mediatiche nel Tg 1 degli ultimi anni. “E’ un problema di democrazia”, sostiene la giornalista

Maria Luisa Busi a "Collisioni 2011". Fotoservizio Gisella Divino (© targatocn.it)

Maria Luisa Busi a "Collisioni 2011". Fotoservizio Gisella Divino (© targatocn.it)

Chiuso domenica 29 maggio “Collisioni 2011”. Quest’anno tre giorni intensi di musica e letteratura con migliaia di persone a Novello. Un successo clamoroso per la manifestazione diretta da Flilippo Taricco. Delirio venerdì per Caparezza, sabato pomeriggio per Luciana Littizzetto e Luciano Ligabue. Domenica mattina l’incontro con lo scrittore William Least Heat – Moon con Paul Auster e Salman Rushdie seduti tra il pubblico. Nel pomeriggio le lezioni di cinema di Michael Cimino prima di Maria Luisa Busi con “Brutte notizie” (Rizzoli, 2010).

La giornalista del Tg 1 Rai, dimessa il 21 maggio 2010 dopo i contrasti  con la linea editoriale del direttore Augusto Minzolini, sul palco di Novello racconta i retroscena di quella linea e le notizie mai date a partire dal dramma dei terremotati dell’Aquila. “Una città distrutta, un incremento pazzesco di suicidi, mille morti per malattie metaboliche da stress, fallimento di moltissimi matrimoni. E’ la distruzione di un tessuto sociale con il 700% di cassa integrazione, più di 1.300 persone ancora in alberghi e nelle caserme della guardia di finanza. Lo sapevate questo? No. Non è colpa vostra, nessuno ve l’ha mai raccontato. L’Aquila è diventata un luogo simbolico del populismo mediatico. Cioè un luogo meta politico dove il film del governo del fare doveva essere rappresentato tanto è vero che non si tagliano più nastri a L’Aquila. Poi sono venuti anche a Roma gli aquilani e li hanno anche pestati perché volevano raggiungere Palazzo Chigi. Pochi frammenti di queste immagini in alcuni telegiornali che li hanno trasmessi. Non era mai accaduto prima", dice la giornalista parlando delle omissioni mediatiche all'interno del primo telegiornale nazionale.

Continuando con l'Aquila ricorda: "Quando sono andata mi hanno gridato vergogna, vergogna. Il nostro pubblico se n’era andato. Non era più accettabile. Ho chiesto al direttore di rimuovermi. Siccome non l’ha fatto, me ne sono andata”, racconta Busi raccogliendo un lunghissimo applauso dal pubblico. Pubblico che ascolta impietrito anche quando Busi parla della rimozione dei colleghi Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Massimo De Strobel. “Oggi pure Elisa Anzaldo lascia la conduzione del tg1 e quindi qualcosa si muove”, sostiene la giornalista. In dialogo con Emilio Targia e Marta Perego Busi parla poi dell’importanza dell’informazione televisiva in un Paese dove l’83% della popolazione si informa attraverso il Tg 1 e il Tg 5, invece “l’aspirazione è imporre un modello culturale che ci rende tutti uguali”, dice aggiungendo “Per mesi si va avanti con lo sciocchezzario negli ultimi mesi diminuito a favore delle clave mediatiche”, afferma prima di spiegare come siamo arrivati a questo punto.

Il vero problema è che in Italia è esploso il conflitto d’interessi, anzi, i conflitti d’interessi che ci pongono al 73° posto nel mondo per libertà d’informazione”, dice la giornalista. Conflitto d’interessi quando “il capo del governo ha tre televisioni, controlla due tg del servizio pubblico, ha dei quotidiani e magari attraverso quei quotidiani, attraverso il “metodo Boffo”, ogni tanto terrorizza qualche altro quotidiano libero o qualche istituzione, o qualche giornalista”, dice Busi ricordando le costrette dimissioni di Dino Boffo, la campagna contro Gianfranco Fini, quella contro Roberto Saviano. “E’ un problema di democrazia”, sostiene la giornalista invitando a dire “no” a chi gli chiede cosa si può fare.

La giornalista parla poi dei precari, delle assunzioni a tempo dove chi ti assume paga meno tasse e tu non riesci neanche ad arrivare a fine mese e continui a non poter scrivere la tua vita a penna, hai solo una vita scritta a matita. “Come si fa a non raccontare cose così?”, chiede Busi.

Dopo l’incontro con la giornalista arriva sullo palco lo scrittore Salman Rushdie in dialogo con Antonio Scurati e Hari Kunzru su “Luka e il fuoco della vita” (Mondadori, 2010). Negli incontri di domenica il dialogo col pubblico e il ritorno all’essenza del Festival di letteratura e musica in collina chiuso con Elio e Luca Scarlini nei “Disastri futuristi e casi della vita” prima del concerto degli “Africa Unite” con “Trent’anni in Levare”.    

Gisella Divino

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