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| 26 gennaio 2011, 09:00

La storia di Agengranda, agenzia rimasta senza...energia

Nata per sensibilizzare i cittadini nei confronti del risparmio energetico, è pian piano diventata uno dei pesi morti degli enti che l'hanno scaricata

La storia di Agengranda, agenzia rimasta senza...energia

Che cosa ne resterà di Agengranda? 

L' Agenzia per l'Energia della Provincia di Cuneo nacque ne 1999, per volontà della Provincia e del Comune di Cuneo con il supporto della Direzione Generale Energia della Comunità Europea. In seguito alla privatizzazione, avvenuta nel 2006, il 48% della Società fu acquisito da una Società privata (Compagnia Italiana Energia Spa di Torino), mantenendo tuttavia la quota di maggioranza della Società (26% Provincia e 26% Comune di Cuneo) in mano pubblica. Nel luglio del 2010 la Provincia di Cuneo, continuando nell'opera di “riduzione” della sua presenza in società partecipate iniziata dalla precedente amministrazione,  ha dismesso la sua partecipazione indicendo una gara pubblica per l'acquisto delle sue quote, ed a fine 2010 anche il Comune di Cuneo ha manifestato la volontà di uscire dalla società.

Agengranda era nata fondamentalmente con lo scopo di sensibilizzare i cittadini nei confronti del risparmio energetico e favorire l’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili. Con questo scopo, l'Agenzia ha organizzato ed ha partecipato a numerosi convegni e fiere, ha fornito assistenza gratuita ai privati e servizi di consulenza energetica alle pubbliche amministrazioni ed alle aziende, per approdare nel 2009 al progetto “Piemonte fotovoltaico”, patrocinato dalla Regione Piemonte ed in collaborazione  con le altre Agenzie per l'energia piemontesi, con lo scopo di incentivare la produzione di energia elettrica attraverso la tecnologia fotovoltaica, ed infine proponendosi anche come fornitore di energia elettrica, anche se la parte principale del “business” è stata rappresentata dalla collaborazione con la Provincia di Cuneo nelle campagne di autocertificazione e di controllo degli impianti termici, che si sono susseguite negli anni.

Forse il colpo di grazia per l'agenzia è stato dato dal passaggio della competenza in materia di impianti termici dalla Provincia alla Regione (con la Legge Regionale 13/07 prima e con il DGR 35 del 2008, dopo), che ha di fatto sottratto una notevole fonte di introito per la Provincia stessa. Da qui in poi, la situazione di Agengranda è precipitata, mancando il sostegno fondamentale dei soci pubblici, che non hanno saputo o voluto valorizzare le risorse di una partecipata che, oltre a non poter essere considerata come ente “inutile” - essendo una delle poche a non avere non solo bilanci in perdita, ma avendo anche apportato nelle casse degli enti partecipanti considerevoli proventi – avrebbe potuto essere sfruttata molto di più, con la sua vocazione alla salvaguardia e soprattutto alla promozione dell'energia da fonti rinnovabili ed ecologiche che tanta importanza hanno acquisito nell'ultimo decennio.

Purtroppo ciò non è avvenuto, con l'inevitabile conseguenza anche dal punto di vista occupazionale, tagliando quasi del tutto il personale, senza peraltro alcuna preoccupazione per un'eventuale ricollocazione di coloro che hanno perso il lavoro.

E dunque, cosa ne resterà di Agengranda? Difficile a dirsi, allo stato attuale della società, con il rammarico del fatto che l'agenzia avrebbe potuto avere un ampio potenziale che non è stato sfruttato. Ed è veramente un grande peccato.



Monica Bruna

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